L’unico che non glissa è Riccardo De Corato. «All’arcivescovo — dice il vice sindaco — tocca la cura delle anime e quando si esprime su argomenti come la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia, il perdono, parla ex cathedra. I suoi richiami sono sempre degni di grande attenzione. Ma altra cosa è l’amministrazione della città». Quindi aggiunge: «Non si può chiedere ai milanesi di accogliere anche chi non rispetta la legge e viola la dignità del prossimo». Per il resto, i rappresentanti delle istituzioni fingono di non aver sentito.
Letizia Moratti esce di chiesa ispirata. «È stato un discorso denso di spunti sui quali riflettere», valuta. Tettamanzi, aggiunge, «parla di sobrietà e credo che sia giusto il richiamo a non sprecare risorse». Già, ma il passaggio successivo del discorso parla di lei: è un affondo sulle «campagne di comunicazione e di immagine» che nascondono «la consistenza reale dei problemi». La diretta interessata non risponde. E si sofferma, invece, sulla «solidarietà, che dalla nostra città si allarga a tutto il mondo». In realtà il vescovo ha appena criticato, ancora una volta, la politica degli sgomberi dei nomadi del Comune, «l’azione di forza senza alternative». Le parole della massima autorità religiosa di Milano sono state interrotte dallo sfogo urlato di un uomo, subito accompagnato fuori dalla Chiesa: «Aiutate i bambini rom, anche i bambini rom hanno diritto allo studio».
La Moratti, però, non tocca l’argomento. Si limita a spiegare che Milano è una «città accogliente e che chiede di rispettare la legalità». Semmai qualche parola la spende il presidente della Provincia, Guido Podestà: «Sarei assolutamente rigoroso nel pretendere che quei bambini vengano iscritti nelle nostre scuole, purché con un numero per classe che ne garantisca la reale integrazione».
Per Roberto Formigoni quello di Tettamanzi «è un discorso importante che ripercorre, in maniera chiara l’i nsegnamento del Papa. Visti i tempi, il richiamo alla sobrietà e alla solidarietà che nasce dal cuore, non è un semplice sentimento dolciastro ma la consapevolezza che siamo tutti fratelli in Cristo». Pertanto, conclude, «questo invito vale anche per le istituzioni». E i rischi d’infiltrazione della criminalità organizzata nell’Expo? «È quello che diciamo anche noi da tempo — assicura il presidente della Regione — Già diversi mesi fa abbiamo preso l’iniziativa di dar vita a un comitato per vigilare contro le infiltrazioni della malavita».
Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo 2015 spa, invece non ne accenna: «È importante che si riesca a trovare quell’unione di intenti, al di là delle comprensibili diversità, che permetta di cogliere appieno le opportunità culturali, sociali ed economiche che l’Expo rappresenta per tutti noi».
E’ convinta che la generosità dei milanesi esista ancora l’a ssessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli. Ieri, presentando le iniziative per Natale, ha raccontato che il 25 dicembre 250 clochard saranno ospiti a pranzo di una imprenditrice di Settimo Milanese, che li ha invitati nella sua fonderia per festeggiare assieme. di Davide Carlucci
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