Italiani brava gente, italiani tolleranti. Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste parole e quante volte ne siamo rimasti rassicurati. Purtroppo in molti non hanno mai pensato che l’essere tolleranti è l’anticamera delle discriminazioni, del razzismo e della violenza.
Secondo Wikipedia, la tolleranza è un termine relativo alla capacità collettiva ed individuale di vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla propria e che magari, da questa prospettiva, potrebbe apparire quantomeno biasimevole. Si contrappone alla tolleranza, l’intolleranza su cui si fondano i sistemi autoritari.
Nel linguaggio comune questo termine è molto usato riguardo all’alimentazione, per esempio: io posso tollerare o meno un cibo potenzialmente pericoloso per la salute. Tollero bene ciò che può essere dannoso per un’altra persona.
Tolleranza, sempre secondo Wikipedia, significa indulgenza e pazienza nei confronti degli altri che di fatto compiono azioni che ritengo estranee a me e quindi estranee al mio mondo. Il passaggio dal comportamento alla persona, che sento estranea a me e al mio mondo, è purtroppo conseguenza inevitabile. E gli stereotipi sono i catalizzatori di questo passaggio inevitabile.
Se tu mi tolleri, quale sarà la prossimità fisica ed emozionale con me che potrai accettare? Poca, anzi pochissima, perchè tu mi ritieni un estraneo, uno straniero, potenzialmente pericoloso. Mi tollererai ma io mi devo impegnare a starti a distanza in tutti i sensi, soprattutto in un campo: quello economico.
Fino a quando io sarò in una posizione subordinata, non ci saranno problemi ma se io occuperò una posizione superiore alla tua o tenterò di arrivare al pari di te, magari rivendicando diritti che mi sono negati, la questione scoppia! La tolleranza si trasforma immediatamente in tolleranza zero e tu che detieni il potere ti impegnerai, in tutti i modi, a fermarmi.
In fondo tu mi hai tollerato fino ad oggi ma non vuoi perdere il monopolio della verità. E per non perdere questo monopolio mi discriminerai, cioè mi tratterai in maniera più sfavorevole di un’altra persona che ritieni parte integrante ed interagente del “tuo” mondo. Se la discriminazione non fosse abbastanza forte da fermarmi, userai la violenza. E io, povero di strumenti di potere, inevitabilmente soccomberò. di Yuri Del Bar e Carlo Berini
Riferimento: La via dell'interazione, di Gustavo Zagrebelsky
Nessun commento:
Posta un commento