Ormai è una certezza: il revisionismo storico è sempre più di moda. E non si ferma solo a sedicenti storici come David Irving, ma fa proseliti anche nel mondo dello spettacolo. L’ulteriore riprova ne è una notizia giunta nelle scorse ore dall’America.
Ha destato grande scalpore, infatti, il contenuto di un’intervista rilasciata da Oliver Stone al quotidiano britannico Guardian, nel corso della quale il celebre regista newyorkese ha definito Hitler “un facile capro espiatorio che va giudicato nel suo contesto storico”.
Che abbia pronunciato queste parole solo per provocare, come sostengono in molti, o che ne sia veramente convinto, Stone è riuscito in ogni caso a raggiungere lo scopo che si era prefisso: far parlare nuovamente di sé e catalizzare l’attenzione degli spettatori statunitensi sull’Oliver Stone's Secret History of America, show prossimamente in onda sul piccolo schermo.
Secondo Stone, il suo programma andrebbe a colmare alcune lacune esistenti nel sistema educativo americano, colpevole di propinare ai ragazzi “inesattezze se non vere e proprie bugie sul Novecento”. E ciò avverrebbe attraverso un racconto “convenzionale e non veritiero delle vicende”.
La soluzione: mandare una copia del discutibile “corso di storia”, come lo chiama lui, negli istituti scolastici del paese. Non si parlerà solo di Hitler, ma ci sarà spazio anche per altri personaggi chiave del secolo da poco conclusosi, tuttavia è evidente che il “pezzo forte” sarà rappresentato dalla puntata dedicata al dittatore nazista, la cui figura sarà messa a confronto con quella di Stalin, “quasi un eroe” a sentire il tre volta premio Oscar, che forse si dimentica i milioni di morti dei gulag. Ma tanto era già stato chiaro al momento della presentazione del progetto, quando aveva spiegato di voler “creare un’empatia con uomini che sarebbe invece molto facile odiare”.
L’amico e collaboratore Peter Kuznick ha comunque precisato che “non daremo un giudizio positivo né di Hitler né degli altri personaggi, ma cercheremo al contrario di descriverli come fenomeni storici senza prestarci al giochetto di categorizzarli come buoni o cattivi”. E mentre le polemiche infuriano, una cosa risulta sempre più evidente: Oliver Stone, il maestro della provocazione per antonomasia, ha colpito ancora. di Adam Smulevich, l'Unione informa 12 gennaio 2010 - 26 Tevet 5770
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