Sola, con padre e fratelli in galera, con una figlia di appena quattro anni e senza un soldo in tasca. Anna (nome di fantasia), giovane madre rom di 22 anni, ha chiesto aiuto a un caro amico di famiglia, un quarantenne italiano residente a Moncalieri. Lui l’ha aiutata, le ha prestato del denaro. Ma all’ennesima richiesta di soldi, l’ha violentata.
Ha abusato di lei sotto lo sguardo impotente della figlia, poi è fuggito. È stato denunciato e arrestato, è ancora rinchiuso in galera. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Enrico Arnaldi di Balme ha chiesto nei suoi confronti una condanna a quattro anni di reclusione per violenza sessuale. La sentenza è attesa per il 26 febbraio.
È una storia di miseria, degrado e disperazione quella raccontata nei giorni scorsi in un’aula del tribunale di Torino. È una storia che ha per protagonisti una giovane madre rom residente nel “campo nomadi” di Moncalieri e un quarantenne italiano che vive e lavora nello stesso centro abitato.
Lui e lei si conoscono, si frequentano da tempo. Lui si guadagna da vivere con lavoretti di ogni tipo, spesso ripara auto e roulotte di proprietà dei Rom. Frequenta il “campo nomadi” e dà una mano alle famiglie rom. Conosce bene la famiglia di Anna, la frequenta. Conosce padre e fratelli della ragazza, per questo si offre di aiutarla quando gli uomini della sua famiglia finiscono in galera.
Anna è sola, non c’è nessuno che la aiuti. Anna ha una figlia di soli quattro di cui deve prendersi cura. È disperata. In suo aiuto accorre l’amico quarantenne, che le presta del denaro in più di un’occasione. Piccole somme, nulla di eclatante. Denaro che consente tuttavia alla donna di gestire la propria vita e quella della figlia nell’attesa che qualcuno, tra padre e fratelli, esca di prigione.
Poi, nel giugno scorso, l’ennesima richiesta di aiuto da parte della donna. Anna si rivolge all’amico e gli chiede ancora del denaro. Anche questa volta una piccola somma, più o meno una cinquantina di euro. L’uomo risponde che va bene, che l’avrebbe aiutata ancora. Ma la invita a raggiungerlo nella propria abitazione. «Vieni da me e ti consegnerò il denaro di cui hai bisogno».
Anna si fida, con la figlia di quattro anni si presenta in casa dell’amico. E l’amico la violenta. Come una furia si abbatte su di lei, abusa di lei sotto lo sguardo della bimba. Poi la donna fugge, chiede aiuto ai carabinieri. Il quarantenne viene individuato e catturato, è ancora in galera. E adesso rischia fino a quattro anni di carcere. La sentenza è fissata per il 26 febbraio. da CronacaQuì
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