Nelle scorse settimane nel comune bresciano il sindaco leghista Franco Claretti ha dato il via ad un'operazione di controllo degli stranieri irregolari che ha immediatamente suscitato una bufera mediatica. Da ovunque sono piovute accuse di xenofobia e razzismo e, a finire nel mirino, è stato soprattutto il nome scelto, "white Christmas", ovvero bianco Nalale. L'eco delle vicende di Coccaglio è giunto fino a Vicenza dove, in pochi giorni soltanto, partendo da un semplice passa-parola tra amici, è iniziata una raccolta di firme che mira a «lanciare un segnale forte, sia dal punto di vista sociale che religioso».
Il nome è emblematico: "Multicolored Christmas - perché di bianco, a Vicenza, c'è solo la neve". E le firme a sostegno del progetto chiariscono subito gli obiettivi. Ci sono membri di associazioni religiose, politiche, sindacali e culturali, credenti di fedi religiose diverse, non credenti, sinti e rom, persone di diversa estrazione economica e sociale: figurano, per citarne solo alcune, Germano Raniero (Rdb Cub), don Maurizio Mazzetto e don Giovanni Cecchetto, Nazir Saquib (pres. comunità pakistana), Bojan Rajic (coordinatore associazione Madre Serbia), Krika Riad (portavoce centro culturale islamico) e il prof. Gianluigi Bellin.
In comune hanno la «preoccupazione per le vergognose ed ormai quotidiane manifestazioni di xenofobia, razzismo, ostilità nei confronti di immigrati». «Il nostro appello - ha spiegato Germano Raniero - vuole sensibilizzare il Vicentino. Una provincia che, purtroppo, è stata a sua volta teatro di episodi xenofobi».
«Siamo per un'applicazione piena ed universale del diritto di cittadinanza, inteso come insieme di diritti civili ed economici di tutti quanti vivano e lavorino in Italia; perché i membri di diverse confessioni religiose si sentano uniti in momenti di preghiera e di riflessione a difesa dei diritti umani fondamentali in Europa e nel mondo, ed in solidarietà con quanti in questi giorni soffrono per la guerra; per fermare la paura individuale e sociale che porta alla xenofobia ed al razzismo, che vede nel diverso una minaccia per la propria sicurezza sociale e individuale e per una cultura dell'accoglienza solidale, del rispetto in tutti della dignità di ciascuno; per lo sviluppo di una cultura pienamente laica, capace di un rigoroso esame della realtà sociale e che aiuti a dissolvere pregiudizi e paure».
Ecco dunque i progetti futuri: «Chiederemo un incontro all'amministrazione perché Vicenza "città della pace" si doti di strumenti per gli studi della pace stessa; perché si consideri l'opportunità di un istituto superiore di studi in quest'ambito, che cooperi con università italiane e straniere, non solo riunendo competenze esistenti nel territorio ma anche offrendo risorse a giovani studiosi ed a esperti». Nelle prossime settimane i sostenitori presenteranno, infine, l'iniziativa in pubblico. di C.M.
3 commenti:
L'iniziativa "Multicolored Chistmas" è, indubbiamente, lodevole, degna di nota. Speriamo, tuttavia, che abbia un seguito, una concreta realizzazione. Come recita un famoso proverbio "A Natale siamo tutti più buoni". Spesso, terminata l'euforia dei giorni di festa, si ritorna all'indifferenza di sempre, preferendo guardare avanti, senza girarsi intorno per vedere se c'è qualcuno bisognoso, che necessita di aiuto. Nei giorni scorsi ho assistito a una scena, che mi ha fatto stringere il cuore. Un gruppo di zelanti signore bon ton di un piccolo centro cittadino dove lavoro come insegnante, hanno avvicinato una giovane Rom, credo al quinto, sesto mese di gravidanza, solita chiedere l'elemosina a un angolo della strada principale. Solitamente la ragazza viene scansata come una lebbrosa. In questi giorni di festa e buonismo, le nobildonne, con tanto di pelliccia e borsa di coccodrillo, le si sono avvicinate, dicendole: "Sei stata alla Caritas, ti hanno dato qualcosa per vestirti?"
Ci potete giurare, da dopodomani, archiviate le festività natalizie, le "dame di carità" si metteranno i para-occhi, come ho visto spesso fare nell'arco dell'anno con quella giovane Rom.
Beatrice
ciao Beatrice, siamo sicuri che tanti vicentini lavoreranno nelle prox settimane e mesi perchè ciò non accada.
A partire da: Davide Casadio (assocazione Sinti Italiani); Benito Bernardoni, Lorenzo Cavazza e Andrea Uscieri (rappresentanti sinti di Viale Cricoli a Vicenza); Irene Rui (Prc), Ezio Lovato (segretario provinciale del Prc); Giorgio Langella (segretario provinciale del PdCI Giorgio Langella); Cinzia Bottene (Consigliera di Vicenza Libera).
Tutte persone che lavorano ogni giorno per contrastare xenofobia, discriminazioni e razzismo.
Tutte persone che hanno firmato l'appello anche se "Il Giornale di Vicenza" ha pensato di ommettere questi firmatari, come ci ha fatto notare una cara amica.
Mi auguro che il vostro impegno sia emulato da tante altre persone. Lavorando come docente in una scuola dell'infanzia plurietnica, con il 20% di bambini stranieri, vivo in prima persona l'esigenza di una maggiore apertura, di un dialogo costruttivo con culture diverse dalla nostra.
E' combattendo i pregiudizi, le barriere mentali che spesso ghettizzano i cittadini provenienti da altri Paesi, che si possono gettare le basi per una civile e concreta convivenza.
Buon lavoro e un sereno 2010 a tutti
Beatrice
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