
Ci sono voluti due giorni di neve, le temperature sotto lo zero e il Comune, o meglio l'assessore alla famiglia e al welfare Giovanni Giuliari, una soluzione l'ha trovata. Dal 28 dicembre gli Halilovic, famiglia Rom da anni "esiliata" nel campo di via Cricoli - visto che un cancello la divideva con il resto della comunità Sinti - ha un tetto sotto il quale dormire.
Certo, si tratta di una soluzione dovuta all'emergenza, che durerà fino al prossimo 28 febbraio. Tre mesi in cui il Comune ha messo a disposizione un alloggio a Bertesinella di proprietà dell'Amministrazione e già utilizzato per situazioni di emergenza. Ma con patti precisi.
Ha voluto piantare paletti Giuliari per far capire che nulla è dovuto, ma eventualmente tutto si conquista. Con sforzi, regole e, soprattutto, rispetto. L'assessore l'ha chiamato patto di "legalità e socialità". Due concetti importanti che vengono estrinsecati in una serie di regole. Mantenere l'appartamento in buono stato, non creare disturbo, accompagnare i ragazzi a scuola ogni giorno e non farli mendicare lungo le strade. Liberare la piazzola dove prima vivevano in viale Cricoli, in modo che possa essere sistemata e contribuire alle spese di gestione con 2 euro al giorno. Se ciò non accaddesse, il Comune può anche decidere l'allontanamento prima della scadenza del contratto. Da segnalare che sono stati avvisati i vicini, l'assessore Giuliari - anche grazie alla disponibilità del parroco - ha suonato a tutti i campanelli, ha consegnato una lettera nella quale spiegava come il Comune aveva deciso di operare.
«Era necessario risolvere l'emergenza - ha detto - e la soluzione si fonda sulla responsabilizzazione dei nomadi che ci hanno chiesto aiuto e sul dialogo preventivo con le famiglie vicine di casa». Se il padre si mantiene vendendo ferro, la madre si occupa dei piccoli che ora saranno seguiti in maniera più serrata e continua. «Ieri mattina la casa era già stata abbellita con teli colorati che appartengono alla loro tradizione e l'assistente sociale ha visto la madre intenta a pulire. Come inizio ci fa ben sperare. Senza dimenticare - ha puntualizzato Giuliari - che ho ricordato all'assessore alla Sicurezza che esiste un regolamento e che deve essere applicato e rispettato, ed è quello che verrà fatto. Inoltre, è stata avvisata anche la questura».
In sostanza la “questione nomadi” ha fatto sì che all'interno del piano Pat restassero micro-aree a disposizione, senza alcuna identificazione, come era accaduto all'inizio. Inoltre, il Comune ha chiesto al prefetto di Venezia 400 mila euro per sistemare i campi cittadini, grazie ai finanziamenti che il ministro Maroni aveva messo a disposizione di alcune regioni tra cui il Veneto, sempre per l'emergenza “nomadi”. "La vera carità è la giustizia", ammonì Paolo VI, ma per ottenere giustizia ci vogliono consensi, soldi, strutture e politiche mirate. È questa la strada intrapresa dal Comune? di Chiara Roverotto
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