
Traduzione: il divieto alle case mobili dei sinti in arrivo da Brescia. «Un inserimento di norme regionali in quelle comunali. Nulla di eccezionale» afferma Pelizzaro, che chiarisce il concetto “ tanti metri tante case”. Ci tengono a ripeterlo, gli amministratori, che non si sta mettendo in atto uno stato di guerra, solo «una prassi normale», ma nessuno ci crede. Il primo a non nascondere la tensione e l’attesa per un voto quasi scontato è Claudio Bottari, il segretario della Lega, che per chiarire il Carroccio-pensiero mantovano indica l’estintore e fa il gesto di lanciarlo. «Questo gli farei ai bresciani». Lega contro Lega, dopo che le famiglie dei sinti hanno già acquistato i mille metri quadrati a Birbesi. Contro quello che considera uno scaricabarile il Carroccio, annuncia Bottari, forte delle firme raccolte, proporrà un referendum a Guidizzolo e pure a Bigarello, tanto per non farsi mancare nulla.
«Le regole devono essere uguali per tutti» spiega il sindaco. Il progetto di Brixia prevede la posa di 4 piazzole per altrettante casette mobili, ma con la variante al Pgt, quell’area, con quelle dimensioni, potrà ospitare solo una casa, cioé un edificio per sei o sette persone. «Se si parla, invece, non di insediamento, ma di campo nomadi, allora deve esserci una pianificazione per tutto l’Alto Mantovano. E questa per ora è inesistente».
Al momento del voto Elena Zaccagni, del Pd, esce. Lei e gli altri quattro della minoranza avrebbero voluto che il voto fosse rinviato a momenti più calmi. «Ora agiamo sull’onda dell’emotività». La maggioranza fa spallucce e si va al voto: la variante passa. E Pelizzaro, dopo l’ordinanza antinomadi, spara il secondo colpo contro gli invasori bresciani. di Rossella Canadè
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