giovedì 25 febbraio 2010

Padova, dal "campo nomadi alla città"

Martedì 2 febbraio 2010 è stato inaugurato in Corso Australia il Villaggio Speranza, realizzato attraverso il progetto sperimentale di autocostruzione del Comune di Padova co-finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’Amministrazione Comunale insediatasi a Padova nel giugno 2004, si era subito impegnata a dare un’adeguata risposta ai bisogni di fasce di popolazione, rientranti nell’area più debole ed emarginata. Ci si riferisce, in particolare, ai migranti, ai cittadini senza fissa dimora e ai vari gruppi di etnia rom e sinta, sia italiani sia provenienti dall’est europeo ospiti delle aree comunali.
L’anno successivo, il 2005, l’Amministrazione si è impegnata in un progetto complessivo denominato “Dal campo nomadi alla città”, ponendosi come obiettivo generale il superamento dei due insediamenti comunali di Rom e Sinti presenti a Padova: nell’area di Corso Australia (ex via Tassinari n° 32) e di via Lungargine San Lazzaro n° 2 le cui condizioni generali pongono forti ostacoli allo sviluppo di livelli di vita accettabili, basati sulla convivenza, il rispetto e la reciprocità.
La partecipazione al Bando del Ministero della Solidarietà Sociale ora Welfare ha permesso alla Città di Padova di essere inserita tra le quattro città italiane destinatarie dei fondi per l’inclusione sociale delle popolazioni rom e sinte.
Nello specifico gli obiettivi generali del progetto erano:
- Lo smantellamento delle aree ospitanti famiglie rom e sinte ormai stanziali a Padova, con chiusura delle stesse e creazione e reperimento di nuovi insediamenti abitativi nel territorio urbano.
- Definizione di nuovi livelli di responsabilizzazione dei Rom e Sinti attraverso il coinvolgimento degli stessi nella progettazione e nell’esecuzione di soluzioni abitative alternative, agevolandoli nell’assunzione dei diritti e dei doveri di cittadinanza attiva, uscendo dalla logica assistenziale negativa degli anni passati e ancora in alcuni casi attuale.
- Distribuzione con soluzioni abitative diversificate ed equilibrate dei nuclei di Rom e Sinti nel territorio urbano al fine di ridurre l’isolamento e la tensione con il resto della cittadinanza, offrendo opportunità occupazionali a popolazioni tendenzialmente escluse dal mercato del lavoro.

Il Progetto è iniziato con lo studio e il monitoraggio sulle caratteristiche e sulle esigenze di ciascun nucleo familiare destinatario. I Soggetti destinatari erano:
1) Gli ospiti del campo di via Lungargine San Lazzaro n° 2, che inizialmente ospitava gruppi di etnia diversa: dai Rom Harvati ai Sinti Teich (minoranze stoiche linguistiche), ai Rom provenienti dai Paesi dell’est europeo.
Le famiglie che hanno chiesto l’inserimento in alloggi ATER sono state tutte inserite nelle graduatorie comunali e hanno ottenuto l’assegnazione dell’abitazione. Gli inserimenti sono stati effettuati in varie zone della città e per alcune di esse è stato realizzato un Progetto di accompagnamento nelle nuove unità abitative.
Verrà attuata una riqualificazione dell’area comunale per le altre due famiglie allargate rimaste (Rom Harvati). Si creeranno, in alternativa, due insediamenti abitativi con la costruzione e l’autocostruzione, di piazzole fornite di servizi igienici e cucine in muratura per ciascun nucleo familiare.
2) Gli ospiti dell’area comunale di via Tassinari n. 32. L’area comunale di via Tassinari n.32 (Corso Australia) ospitava da 15 anni un gruppo di Sinti Veneti composto da 29 persone (17 adulti e 12 minori), tutte imparentate tra loro. Queste persone sono diventate “stanziali” con la crisi che ha investito il settore dello “spettacolo viaggiante”; una sola famiglia continua il mestiere dei giostrai. L’area risultava, da sempre, degradata e di difficile vivibilità. Si trattava infatti di un parcheggio non attrezzato con un piccolo fabbricato che ospita due servizi igienici ed è completamente isolato dal resto della città e circondato da un muro. I Sinti di via Tassinari hanno cercato di integrarsi il più possibile attraverso: la scuola (tutti i minori frequentano regolarmente le classi di appartenenza, molti hanno già conseguito la licenza di scuola media e alcuni stanno frequentato corsi di formazione professionale e stages) e il lavoro (le donne sono impiegate presso
cooperative di pulizie e gli uomini svolgono attività saltuarie tramite agenzie interinali ).

Come nasce il progetto del “Villaggio della speranza”.
Già da anni i Sinti avevano espresso la necessità e la volontà di migliorare le proprie condizioni abitative per avere la possibilità di una integrazione sociale concreta. Il Comune di Padova in collaborazione con l’Opera Nomadi di Padova-Onlus, associazione da anni impegnata nella gestione delle aree e da sempre portavoce delle esigenze dei Sinti e dei Rom, hanno ideato, assieme ai Sinti stessi un progetto di autocostruzione di nuove unità abitative in muratura.
La Giunta, dopo aver effettuato la variante al Piano regolatore per quanto riguardava l’area individuata, ha deliberato (Delibera n° 0885 del 28 dicembre 2006) l’assegnazione del progetto di autocostruzione delle 12 abitazioni in muratura all’Opera Nomadi di Padova – Onlus che, diventata soggetto promotore del progetto ha:
- individuato l’impresa per la costruzione degli alloggi e delle opere connesse, previa approvazione del Settore Infrastrutture del Comune di Padova,
- seguito i Sinti nella partecipazione al corso di formazione professionale per muratori, (con il rilascio finale di attestato) e nel percorso dell’autocostruzione.
Il Settore Infrastrutture del Comune di Padova si è fatto carico della necessaria attività di alta sorveglianza, ai fini della regolare esecuzione dell’opera, della contabilità generale e dei conseguenti pagamenti.
L’intervento è stato localizzato lungo Corso Australia, in un lotto di mq. 2.132. Sono stati costruiti n° 12 alloggi, quattro per ciascuna delle tre palazzine di due piani. Ogni alloggio è costituito da un locale soggiorno-cottura, due camere da letto e un bagno, il tutto per una superficie calpestabile di circa mq 45 con giardinetto di pertinenza e posti auto coperti realizzati in struttura leggera.
L’area e gli alloggi che restano di proprietà del Comune di Padova, sono stati assegnati in affitto alle famiglie sinte. Queste pagheranno le utenze e il canone d’affitto.
Il cantiere si è aperto nel luglio 2008 e si è chiuso a novembre 2009, la consegna delle abitazioni è stata effettuata a dicembre 2009. da Opera Nomadi di Padova

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