giovedì 25 febbraio 2010

Prato, Rom e Sinti: cambiamo musica ai luoghi comuni

Rom e Sinti pratesi chiedono di essere ascoltati nelle stanze che contano. Chiedono partecipazione. E l’istituzione di una tavola rotonda dove poter discutere i loro problemi. “Rom e Sinti: cambiamo musica ai luoghi comuni”. Questo il titolo del convegno organizzato da Anolf Cisl Prato e patrocinato dal Cesvot, tenutosi il 23 febbraio scorso a Palazzo Novellucci.
L’occasione giusta per farsi sentire e rivendicare diritti identici a quelli degli altri cittadini italiani. L’anno 1938. Una data che ritorna spesso. Il primo a pronunciarla è Ernesto Grandini, della Federazione Rom e Sinti Insieme. «Purtroppo a Prato il cambio di amministrazione ha prodotto effetti negativi e sembra di essere tornati indietro al 1938: anche noi siamo pratesi ma questo atteggiamento non ci riconcilia certo con la città - spiega - la verità è che i duecento rom e sinti di Prato pagano moralmente ogni giorno. Siamo a Prato da cinquanta, sessanta anni ma ci riconoscono solo per i fattacci. Per questo noi vogliamo partecipare con le nostre idee al progetto che ci riguarda e non dover per forza prendere atto delle decisioni altrui».
«La verità è che noi siamo capacissimi di difenderci da soli e vogliamo partecipare, discutere con le istituzioni - aggiunge Yuri Del Bar (in foto), primo consigliere comunale sinti d’Italia, a Mantova - ma dobbiamo ascoltare tutti i giorni esponenti di un preciso partito politico che ci denigrano per accaparrarsi voti e non possiamo replicare perchè non veniamo chiamati a farlo. Noi non siamo brutti, sporchi e ladri di bambini. Siamo italiani e siamo capaci di rappresentarci da soli - aggiunge - Così, è pura e semplice discriminazione evidenziare l’etnia di questo o di quel delinquente quando è un cittadino italiano. A certi individui conviene chiamarci col nostro nome solo in certi casi. E purtroppo registriamo anche che contro di noi sono alcuni individui sono tornati a raccogliere firme - conclude - cittadino italiano che raccoglie firme contro un altro cittadino italiano. Proprio come accadeva nel 1938».
Il Vangelo. «Noi che veniamo sempre attaccati sulla morale, noi tiriamo fuori il Vangelo». E’ Davide Casadio che parla, pastore della Missione Evangelica Zigana e presidente dell’Associazione Sinti italiani. «Dio ama tutti e adesso i sinti e i rom hanno l’urgenza di farsi conoscere, di farsi capire. Perchè un tempo sui rom si facevano gli esperimenti e nel 2010 non vogliamo essere le cavie di nessuno, tantomeno di un partito - aggiunge - qualche piccolo segnale c’è già: il 16 dicembre scorso, alla Camera, è stato riconosciuto che le leggi razziali in Italia furono indirizzate anche ai rom e ai sinti». di Alessandro Pattume

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