giovedì 25 febbraio 2010

Milano, presentazione del libro di Luca Bravi "tra inclusione ed esclusione"

Sarà presentato il prossimo 18 marzo 2010 il libro “tra inclusione ed esclusione, una storia sociale dell’educazione dei Rom e dei Sinti in Italia” dello storico Luca Bravi. L’evento si terrà presso Università di Milano Bicocca,Via Bicocca degli Arcimboldi n. 8 (edificio U7, III piano, Aula Pagani), a partire dalle ore 15.30. Insieme all’autore discuteranno Dimitrios Argiropoulos (Università di Bologna), Gino Candreva (Redazione di “Zapruder”), Raffaele Mantegazza (Università di Milano-Bicocca) e Tommaso Vitale (Università di Milano-Bicocca).
L'impegno di Luca Bravi in un'opera fondamentale di "disvelamento" storico delle grandi pagine buie del '900, qui la ghettizzazione subita in Italia dall'etnia Rom e Sinti, continua a produrre opere editoriali rivelatrici per la ricostruzione di una memoria storica troppo spesso tenuta ai margini, rispetto ad altre icone mediali di tragedie più "vulgate" e riconoscibili.
La storia dei Rom e dei Sinti viene qui rievocata alla luce della cosiddetta "questione zingari", etichetta denigrante secolare, e inserita all'interno di una più ampia storia sociale dell'educazione europea, segnata dal progetto occidentale di una rieducazione ossessiva di questa minoranza. Il fallimento dei progetti tagliati sui cosiddetti "zingari" dal Settecento produsse l'immagine del soggetto "non-cittadino": crescevano gli stereotipi dello "zingaro" nomade, asociale, ladro; il positivismo rendeva quelle generalizzanti etichette delle tare razziali ineliminabili. Si aprivano anche per i rom e i sinti i cancelli dei campi di sterminio nazifascisti. Gli stereotipi che segnarono il destino di morte di questa minoranza (la più numerosa all'interno dell'odierna Unione europea) si sono conservati con incredibile continuità nella cultura dei "non-zingari"; tutto ciò riguarda la società maggioritaria e la scuola post-Auschwitz da essa progettata, in quanto ha spesso veicolato in passato, e soprattutto in Italia, lo stereotipo dello "zingaro" in continuità con le etichette fasciste di stampo razziale.

Quest'ultima fatica di Luca Bravi, il saggio "Tra inclusione ed esclusione. Una storia dell'educazione dei rom e dei sinti in Italia", sviluppa tematiche e argomenti già presenti, in forma sintetica, in un intervento a quattro mani apparso nel fascicolo “I campi per stranieri in Italia” a cura di Matteo Sanfilippo della rivista trimestrale Studi Emigrazione, XLIII (164): pp. 857-874 per info: http://www.cser.it/ ] a fianco di Nando Sigona (Oxford Brookes University). Ecco un passaggio significativo utile a inquadrare l'incandescenza attualissima della materia storica:
"[...] Nomadismo, asocialità e rieducazione diventano i tre cardini intorno ai quali ruota il discorso pubblico sul cosiddetto "problema zingari" nell'ottica di una sua definitiva risoluzione. In un simile contesto di controllo sociale e di progettazione rieducativa, il "campo nomadi" rappresenta l'unico luogo permesso al popolo rom e sinto, perché area distante dalla città civile, ma anche zona su cui continuare ad esercitare un controllo secondo norme che tutelino la sicurezza degli altri cittadini, in attesa che la pressione educativa impiegata dalle strutture statali trasformi soggetti ritenuti pericolosi in individui socializzati. Il campo è l'oggettivazione dello "stato di eccezione", in cui la legge sospende se stessa ed in cui vengono ammassati individui che rappresentano la materia di scarto di una società coesa intorno ad un contratto sociale condiviso dal gruppo più numeroso e con maggior potere. Lo stato di eccezione azzera i diritti di cittadinanza e nega agli individui concentrati all'interno di simili aree la possibilità di vedersi riconoscere come soggetti politici attivi, ma quello stesso stato di eccezione viene tollerato perché letto come fase di passaggio per il raggiungimento di un maggior benessere sociale; la rieducazione si configura all'interno di questo spazio, come un moderno strumento volto al raggiungimento dell'obiettivo da parte del gruppo egemone. [...]”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Scrivere saggi e libri volti a svelare lati oscuri e tragici del nostro passato è, indubbiamente, lodevole, degno di nota.
Speriamo che ci sia una certa coerenza tra questo impegno civile e storico e la condotta quotidiana, tenuta nei riguardi di studenti e docenti che frequentano ambienti accademici... Spero che il dottor Bravi legga questo commento e capisca ciò a cui alludo.