giovedì 1 aprile 2010

Brescia, il centro destra e il centro sinistra continuano a litigare

«Oggi avremmo potuto scrivere la "pax sinti" su questo tavolo». Alternando sarcasmo e delibere vecchie di tre anni Fabio Capra, presidente della Commissione bilancio in Loggia (ex assessore ai servizi sociali), commenta la tabella di marcia prospettata dal vicesindaco Fabio Rolfi per arrivare, in due anni, alla chiusura del campo nomadi di via Orzinuovi. Un cronoprogramma che, se stando a Capra «ricalca le intenzioni della precedente giunta, come si legge in una delibera del 12 dicembre 2007», secondo Rolfi differisce, tra gli altri, in un punto sostanziale: l'epilogo.
Due le fasi attraverso cui la Loggia intende procedere per smantellare l'accampamento dove vivono 28 famiglie sinti, di cui 17 autorizzate e 6 di nuova formazione. «Prima di tutto è necessario liberare l'area del metanodotto: i gruppi che la stanno occupando abusivamente dovranno quindi rientrare nel campo pena l'allontanamento, nello stesso modo in cui dovranno andarsene gli abusivi, o i 2 capifamiglia colti in flagranza di reato. Tempo tre mesi, invece, per chi ha acquistato terreni fuori dal Comune - spiega Rolfi -. Per le due o tre situazioni di emergenza presenti, anziani o famiglie con un disabile, reperiremo un alloggio».
Ma per chi resta, la Loggia provvederà ai lavori per ripristinare sicurezza e igiene, a partire dalla sistemazione degli impianti elettrici con utenze singole, che costerà alle casse comunali circa 100 mila euro, a cui se ne aggiungono 80 mila per l'installazione di 4 blocchi di bagni e la manutenzione degli scarichi. «Le famiglie disporranno di un'autorizzazione provvisoria di un anno con l'attivazione delle utenze».

Passaggi che dunque dovrebbero portare al completamento delle soluzioni alternative ancora al vaglio delle istituzioni per le 10 famiglie che rimarranno: «Un'ipotesi potrebbe essere la collocazione, per due anni, nel Centro Emergenza Alloggiativa di Via Borgosatollo, in una zona cintata - continua Rolfi -. Altri sinti potrebbero ottenere una casa popolare, un alloggio privato o micro campi di proprietà». E quella delle microaree sembrerebbe essere la via migliore, come gli stessi sinti chiedono. Se non fosse che il caso Guidizzolo qualche perplessità la suscita: «E' un terreno edificabile di proprietà, su cui le ordinanze comunali non valgono. I sinti che l'hanno comprato possono trasferirsi quando vogliono», precisa Rolfi su richiesta del consigliere Donatella Albini. Ma, a quanto pare, è già in corso una rescissione dal contratto con Brixia Sviluppo da parte dei sinti proprietari, dal momento in cui il regolamento comunale di Guidizzolo vieterebbe le case mobili sull' area.
«Nel 2003 ho ereditato 800 nomadi, e li ho portati a 324, forse perchè un assessorato che lavora coniugando rigore e accoglienza porta al risultato: per questo guardo con favore e interesse il piano comunale - commenta Capra -. Noi per primi puntavamo al rispetto della legalità, all'eliminazione dei mega agglomerati, a soluzioni alternative temporanee. Il punto è che io usavo la bacchetta d'orchestra, tu il manganello del poliziotto». La frecciata al vetriolo parte da Capra e arriva dritta a Rolfi, che denuncia «il lassismo di un ex Giunta troppo permissiva sulle bollette insolute».
Da via Orzinuovi al Cea di via Borgosatollo, dove vivono 25 famiglie rom (70 i minori): « da oggi, una nuova cooperativa lavora con il centro, ad un progetto che prevede percorsi individuali nell'ottica dell'inserimento lavorativo mirato. Nello stesso tempo, il piano educativo assiste le mamme affinchè accompagnino i figli nella scolarizzazione», rileva l'assessore ai servizi sociali Giorgio Maione. di Mara Rodella