E' ormai inutile sollecitare la politica italiana riguardo alla pratica illegittima e disumana degli sgomberi, perché non vi è ormai personalità istituzionale che si degni neppure di rispondere a una email, a una lettera o a un messaggio che riguardi gli effetti di uno sgombero, le violenze degli uomini in divisa, le aggressioni degli intolleranti.
Le più gravi violazioni dei diritti fondamentali della persona, del fanciullo, della donna, della famiglia e dei popoli colpiscono da alcuni anni i Rom in Italia, nell'indifferenza del mondo.
l Gruppo EveryOne continua a inoltrare rapporti e relazioni di abuso all'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, alla Commissione europea, agli enti e ai comitati internazionali che si occupano di Diritti umani. Ci vengono chiesti, a completamento delle pratiche, documenti, statistiche, segnalazioni e testimonianze. In risposta, i responsabili di quelle Istituzioni ci promettono interventi efficaci, mostrando preoccupazione e a volte sdegno per la persecuzione in atto in Italia. Le azioni che Nazioni Unite, Unione europea mettono in atto, tuttavia, sono deboli e non hanno una reale forza giuridica, trattandosi di indicazioni, ammonimenti e risoluzioni (nel migliore dei casi).
Si spendono, in Europa e nel mondo, milioni e milioni di euro per organizzare vertici e conferenze dedicate ai problemi del popolo Rom, eventi che negli ultimi tempi si sono moltiplicati, ma che continuano a rimanere nell'ambito della cultura e dell'informazione.
"Siamo ricercatori, non attivisti," mi ha risposto recentemente l'organizzazione di una conferenza internazionale, di fronte a domande poste dal Gruppo EveryOne riguardo proprio alla scollatura fra il mondo dei progetti e quello reale, travagliato e funestato dalla repressione sistematica.
Venerdì 16 aprile un consistente spiegamento di agenti di polizia locale con mandato del prefetto, ha sgomberato l'insediamento di Rom romeni in via Margaria, a Milano, in zona Niguarda. Sei baracche sono state smantellate, mentre gli occupanti, due famiglie in condizioni di estrema indigenza ed esclusione, si sono allontanate prima dell'intervento. Solo un giovane è stato sorpreso sul posto e denunciato per occupazione abusiva di suolo altrui, in base all'articolo 633 del codice penale, che tuttavia non dovrebbe mai essere applicato in caso di occupazione per forza maggiore (povertà, emarginazione, pericolo di aggressioni, pregiudizio da esposizione a condizioni ambientali avverse). Dopo l'azione poliziesca, l'Amsa ha "bonificato" l'area.
In seguito allo sgombero, le solite dichiarazioni pretestuose da parte del Comune di Milano: "Vi erano montagne di rifiuti e siamo intervenuti per il decoro e la sicurezza, su segnalazione di privati cittadini". Ricordiamo che le amministrazioni dei centri urbani italiani sono le sole nell'Unione europea a non fornire servizio di smaltimento rifiuti alle comunità indigenti rifugiatesi in insediamenti di fortuna: ecco spiegato l'accumulo di rifiuti, mentre famiglie travolte da drammi umanitari, se opportunamente assistite (cosa che non avviene mai) di certo non possono costituire un problema di sicurezza. da Gruppo EveryOne
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