A pochi giorni dalla data prevista, i giudici del tribunale di Gallarate danno lo stop allo sfratto alle famiglie del campo sinti di Caiello: i diciassette nuclei famigliari gallaratesi di cultura sinti potranno rimanere nell'area attrezzata di via Lazzaretto almeno fino al 28 settembre, data della prossima udienza. Ma i termini perchè si arrivi ad una conclusione della vicenda potrebbero essere ben più lunghi.
Il rinvio della decisione definitiva è legato ad una questione di fondo, semplice: il canone di un euro a metro quadro che i sinti gallaratesi pagano può considerarsi davvero un affitto? I giudice del Tribunale di Gallarate hanno risposto di no, che si tratta invece di un "contratto atipico di comodato immobiliare oneroso", definito non da un contratto ma da una convenzione. E per questo la procedura di sfratto è stata fermata, con il mutamento del rito da rito locatizio a rito ordinario. In pratica si aprono le porte per una udienza civile ordinaria, con i sinti intenzionati - secondo indiscrezioni - a costituirsi in giudizio. La prossima udienza è fissata appunto per il 28 settembre. E gli abitanti di via Lazzaretto 50, per ora, tirano un sospiro di sollievo.
Il Comune, dal canto suo, ribadisce la correttezza del percorso intrapreso per liberare l'area, costata 100mila euro e destinata a diventare deposito per le automobili sequestrate: «L’azione dell’Amministrazione - spiegano da Palazzo Borghi - è stata portata avanti col supporto di qualificati avvocati e in sintonia con le direttive provenienti dal Ministero dell’Interno, guidato da Roberto Maroni». Quanto al merito della questione, l'Amministrazione conferma l'intenzione di procedere allo sfratto: «i rapporti contrattuali con il Comune da parte degli occupanti si sono estinti con lo scadere del termine», nell'agosto 2009. Palazzo Borghi ammette che i tempi non saranno celeri come quelli di un normale sfratto, ma confida che si arriverà alla soluzione decisa. di Roberto Morandi
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