venerdì 16 luglio 2010

Storie di Fisarmoniche

Storie di Fisarmoniche 1 “Il Maestro Jovica Jovic”. Rho (Milano), Campo Comunale di Via Sesia.
Il Maestro Jovica Jovic, Rom di origine Serba, vanta importanti collaborazioni artistiche avendo suonato, tra gli altri, con Piero Pelù, Goran Bregovic, Vinicio Capossela, Dario Fo, Moni Ovadia, Dijana Pavolvic, ed è il leader, indiscusso, dei Muzikanti, una piccola orchestra multietnica. A marzo, raccontano le cronache, è stato ricevuto dal Ministro dell’Interno (il bieco Bobo Maroni), ricevendo dalle sue mani un “permesso di soggiorno provvisorio”, con la promessa di una rapida regolarizzazione della sua condizione di Wop (With Out Passaport: così come venivano chiamati i migranti Italiani nell’America degli anni ‘50). “Per meriti artistici” disse il Ministro, intrattenendosi cordialmente con Jovica, al quale raccontò dei suoi trascorsi musicali. Oggi il campo di Via Sesia, nonostante la piccola Chiesa costruita dallo stesso Jovica, consacrata e benedetta da Sacerdoti cattolici ed ortodossi, rischia di sparire per sempre. Al suo posto una discarica e l’incertezza che accompagna il futuro delle Famiglie che lì vivevano e pregavano.
Storie di Fisarmoniche 2 “Aurel torna a suonare”. Napoli, dormitorio pubblico di Via Duomo.
Ad Aurel Serban, Rom di origine Rumena, da cinque anni a Napoli, la settimana passata avevano rubato la fisarmonica. Avevano rubato la sua vita e adesso si vergognava a chiedere la carità. La Società San Vincenzo dei Paoli, si è fatta carico del problema acquistando per lui una bellissima “Paolo Soprani”, una delle migliori fisarmoniche presenti sul mercato. Lucia Maradei sulle pagine de "Il Mattino": il sorriso è tornato sul faccione buono di Aurel che ha subito imbracciato la fisarmonica, accarezzandola come si fa con una fidanzata ritrovata, ed intonando un splendido valzer. Poche note per riappacificarsi con il Mondo e riacquistare la sua dignità di vecchio orchestrale per le vie di Napoli, indossando sempre gli stessi pantaloni da palcoscenico dell’Orchestra Rumena di cui faceva parte, suonando e regalando sorrisi ai passanti.
Storie di Fisarmoniche 3 “Petru e la fisarmonica rinchiusa”. Paradiso dei Musicisti Rom.
Petru Birladeanu, Rom di origine Rumena, non riesce a trovare pace. Non si da pace per Mirela, Petronela e Ricardo che ha dovuto lasciare su questa terra e che oggi vivono nell’incertezza del proprio futuro. Si rattrista anche nel vedere la sua fisarmonica rinchiusa in una teca di cristallo, nella stazione di Montesanto a Napoli, dove due anni addietro perse la vita, vittima di camorra. Ucciso da un commando di otto aggressori, in sella a quattro scooter: “skizzati”, imbottiti di cocaina, dirà un collaboratore di giustizia. L’arresto di Enrico Ricci (suo figlio Marco è stato rinviato a giudizio per aver preso parte all’omicidio di Petru) sulla stampa venne salutato come un colpo eccellente: secondo il Dda di Napoli avevano “preso” la testa di ponte del Clan dei Sarno tra i vicoli della collina napoletana. Non è passato neanche un anno ed oggi viene scarcerato “per decorrenza dei termini”, libero per un difetto di forma, un banale cavillo: gli avvisi di conclusione delle indagini ai due difensori non vennero notificati correttamente, quanto basta a far decorrere i tempi fino alla scarcerazione.
… e tutti noi non riusciamo a darci pace. di Giancarlo Ranaldi

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