Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare. Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse: “Siamo tedeschi del Reich! Non abbiamo fatto niente!” […].
Moll ed i suoi aiutanti tolsero la sicura alle pistole ed ai fucili e spinsero a tutta forza e senza pietà le persone che intanto si erano spogliate, fuori dallo spogliatoio e dentro le tre camere a gas, dove dovevano essere uccise.
Mentre percorrevano l’ultimo corridoio molti piangevano per la disperazione, altri si facevano il segno della croce ed imploravano Dio.
[…] Anche dalle camere a gas si potevano ancora sentire per un poco grida disperate e richiami, finché il gas letale non fece effetto e spense anche l’ultima voce.
F. Müller, Sonderbehandlung. Drei Jahre in den Krematorien und Gaskammern von Auschwitz, p.107, Monaco, 1979.
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