L’uno accusa l’altro di bilanci fasulli, frodi e una gestione dell’associazione fuori dalle regole. L’altro risponde affermando che chi lo accusa non è nemmeno socio. I protagonisti della disputa sono Marcello Zuinisi, a suo dire presidente di Opera nomadi Toscana, e Massimo Converso, eletto lo scorso 14 maggio presidente nazionale dell’ente morale. Marcello Zuinisi stamattina si è recato alla procura di Roma per depositare gli atti, da cui, secondo lui, emergerebbero frodi, una gestione illecita dei bilanci e abusi di potere rispetto a quanto sancito dallo statuto. “Noi di Opera nomadi Toscana chiediamo l’apertura dei libri contabili, che non abbiamo mai potuto visionare, e il commissariamento di Opera nomadi nazionale”, dichiara.
In una lettera spedita il 25 agosto a tutte le sezioni di Opera nomadi, Marcello Zuinisi denuncia: “È stato recentemente inoltrato un bilancio economico di Opera nomadi alle varie sezioni. Come da statuto il bilancio doveva essere presentato, discusso e votato dall’assemblea elettiva tenutasi a Roma il 14 maggio. Il bilancio che viene quindi fatto circolare è un falso. Tra l’altro sembra che vi sia un disavanzo di 40mila euro in negativo. Perché? Dove sono finiti questi soldi?”. A detta di Zuinisi, all’assemblea nazionale parteciparono 22 persone, in rappresentanza solo di sei realtà di Opera nomadi: tre già attive (Lazio, Toscana e Sicilia) e tre non ancora attive (Lecce, Bari e Foggia). Tuttavia, nel corso dell’assemblea si sarebbe data per certa l’esistenza di altre dieci sezioni, nonostante nessun rappresentante fosse presente. E di nuovo punta il dito contro Massimo Converso: “Fa eleggere persone che stiano ai suoi ordini e nel momento in cui qualcuno alza la voce, lo diffida”.
“Zuinisi è un millantatore, non è nemmeno socio di Opera nomadi”. Secca la smentita di Massimo Converso, che si stupisce che qualcuno possa dar credito alle accuse mosse da Zuinisi.“È stato solo un semplice collaboratore per qualche settimana. Lo quereleremo per le falsità che ha dichiarato e per i danni che ci ha arrecato”. Converso cita in proposito l’associazione 3 febbraio che, a suo dire, si sarebbe trovata a fronteggiare la stessa situazione subita da Opera nomadi: Zuinisi che si spaccia come presidente di una sezione inesistente, Zuinisi che convoca assemblee nazionali senza averne il diritto, Zuinisi che si lancia all’attacco del comitato nazionale. “È una persona disturbata – conclude Converso -. Più volte diffidato dalla Digos, dice di essere in contatto con istituzioni in Toscana, ma in realtà nessuno gli dà credito”.
Ma Zunisi non è il solo ad aver criticato la gestione di Massimo Converso. Maurizio Pagani (in foto), il presidente della sezione di Milano, tre anni fa ha deciso di staccarsi definitivamente dalla galassia di Opera nomadi nazionale e ha dato vita ad un’associazione indipendente. Lo stesso hanno fatto a Mantova e Padova. “Il problema di fondo – spiega – è che un ente centrale e nazionale non esiste”. A detta di Pagani, l’ente morale sopravvive grazie all’azione dei gruppi sul territorio, unite solo dal punto di vista formale a Roma. “Si tratta di una sorta di federazione, ma il gruppo di persone rimasto nel Lazio si è appropriato illecitamente della dirigenza nazionale”, chiosa Pagani. di Lorenzo Bagnoli
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