Gentile Isabella Bossi Fedrigotti, da pochi giorni è iniziato il corso di lingua italiana organizzato da mamme e papà di una scuola del quartiere intorno a Rubattino e da un'idea nata dopo l'ultimo sgombero.
Un corso di lingua multietnico e gratuito, con alunni di tantissime nazionalità, che si tiene proprio nella parrocchia di San Crisostomo, in via Padova. Insieme a cinesi, peruviani, pakistani sono venuti a scuola anche undici tra donne e uomini rom dell'ex campo di Rubattino; tra loro ci sono Marius di 15 anni e la sua mamma Vasilika. Sono arrivati timidi e un po' timorosi di riuscire a leggere e a scrivere.
Loro vivevano al campo di Rubattino e dal giorno dello sgombero, il 7 settembre, sono di nuovo alla ricerca di un posto dove poter vivere e poter far frequentare la scuola alla figlia di 8 anni, Alexandra. Fin dai primi giorni in cui ci siamo conosciuti la loro discrezione e dolcezza mi avevano colpito, la mamma sorride sempre e la piccola Alexandra cerca gli altri con i suoi occhioni che parlano; i primi giorni non diceva una parola in italiano, ora sì.
Vivono nascosti in baracche esposte a questi primi freddi e alle piogge che hanno bagnato tutte le loro cose; non mi hanno mai fatto richieste, quando posso porto loro vestiti, scarpe e la tenda in cui dormono gli è stata donata dai volontari della comunità di Sant'Egidio.
Come loro ci sono molte famiglie rom che stanno continuando a vivere nascosti dopo lo sgombero, continuano a portare i loro figli nelle scuole della nostra zona, continuano a sperare che il loro futuro migliori e che i cittadini come noi non li abbandonino.
Ci insegnano ogni giorno che nonostante il totale abbandono delle nostre istituzioni, loro ci rispettano. Dopo la lezione di italiano Vasilika mi ha fatto vedere con orgoglio i lavori di lettura e scrittura fatti per la prima volta in lingua italiana, poi li ho guardati andare via: baciava e abbracciava i suoi figli, Marius e Alexandra, felice per aver ricevuto da noi rispetto e finalmente speranzosa di poter imparare la nostra lingua. Il dono più grande che ci fanno è la loro gioia nel sentirsi parte del nostro paese. di Assunta Vincenti
Che dirle? Grazie per esserci, voi, papà e mamme del Rubattino, grazie per fare ciò che fate, colmando, per quel che consentono le vostre forze, un grande vuoto istituzionale. Non c'è dubbio che siete voi la Milano migliore, nel solco di una tradizione che non si è mai davvero interrotta. So bene che per ogni lettera come questa ne arrivano poi due che narrano l'altra faccia della realtà, che pure esiste, ma intanto, grazie alle sue righe, ci è concesso di nutrire qualche speranza in giorni migliori. di Isabella Bossi Fedrigotti
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