mercoledì 2 febbraio 2011

Mantova, Articolo 3 ha presentato il Rapporto 2010

Articolo 3, con il suo Osservatorio compie tre anni, e guadagna un importante riconoscimento: entra nella rete dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che fa capo alla presidenza del consiglio-ministero per le Pari opportunità. In questo modo, si avrà il supporto legale del governo, la rete informatica e mentre i casi mantovani arriveranno a Roma, quelli segnalati all'Unar (call center 800 901010) saranno girati allo Sportello di Articolo 3 per una valutazione e approfondimento locale. Il protocollo è stato firmato lunedì in Provincia.
Lo hanno sottoscritto Provincia, Comune, Articolo 3 e il direttore dell'Unar, Massimiliano Monnanni, che ha poi partecipato alla presentazione del rapporto 2010 di Articolo 3. L'Unar, nato nel 2003, ha fatto modificare i bonus-turismo dati solo ai cittadini italiani, e rimuovere contenuti discriminitari da siti web e social forum. Ora vuole aprire sportelli locali, basandosi sugli enti locali e stimolando il no profit. «A Mantova c'era già Articolo 3, che comprende associazioni di minoranze, Comunità ebraica, Sucar Drom, Arcigay... Non potevamo sperare di meglio. Così oggi abbiamo firmato il primo protocollo in Lombardia». In Piemonte, il presidente leghista Cota «non ha posto ostacoli».
A Mantova, la collaborazione fra Comune, Provincia e associazioni ha dato vita a un Osservatorio (che spulcia giornali e servizi tv) e uno Sportello attivissimi. Ne hanno parlato il presidente di Articolo 3, Fabio Norsa, la vice Maria Bacchi, il segretario Carlo Berini, Angelica Bertellini, Davide Provenzano, l'assessore provinciale Fausto Banzi. Più i giornalisti Massimo Lanzini di Brescia (provincia con 160mila immigrati e il caso di quelli rimasti 20 giorni in cima a una gru per il permesso di soggiorno) e Lorenzo Guadagnucci, autore del libro 'Le parole sporche' che lui individua soprattutto in “extracomunitari”, “nomadi”, “zingari”, “vu cumprà” e “clandestini”.
Maria Bacchi ha illustrato il rapporto sui giornali, con titoli razzisti, ma anche con articoli corretti ed equilibrati.

Carlo Berini, coordinatore dello Sportello Antidiscriminazione, ha notato che pochi sono i casi fatti conoscere dalle vittime o da testimoni e ha invitato a segnalare episodi di discriminazione. A questo scopo sono in distribuzione volantini nelle Asl e nelle biblioteche. «Quanto siete disposti a rischiare per opporvi alle discriminazioni?» si è chiesto e ci chiede. Perchè, se è vero che troppi italiani lasciarono, per paura ma anche per indifferenza, che ebrei, sinti, gay, disabili fossero portati via dai nazisti, è pur vero che anche quando si rischia poco non sempre si reagisce. Razzismo e discriminazione sono vietati dalla Costituzione (art. 3), dalle norme europee, dalla legge Mancino del '93 e poi dal testo unico sull'immigrazione del '98. E lo Sportello, d'ora in poi con l'Unar, riceve e studia gli esposti, dai reati che vanno denunciati ai casi che richiedono soprattutto scuse e risarcimenti. Ma lo stile di una comunità non si impone, è fatto di valori condivisi, senso critico e attenzione.
La Gazzetta di Mantova è impegnata in uno sforzo di non acquiescenza ai luoghi comuni e apprezza Articolo 3 come stimolo in questo senso, ha detto il direttore Enrico Grazioli che vede nella completezza delle notizie e non nell'autocensura la possibilità per i lettori di conoscere i fatti e farsi un'opinione. Il linguaggio deve essere preciso e pertinente, evitando generalizzazioni.
Se il pregiudizio sui nuovi arrivati c'è sempre stato (una volta erano i meridionali), è chiaro che la crisi economica complica le cose. L'unica discriminante possibile è il rispetto della legalità. In sala c'era anche il capogruppo leghista Luca De Marchi, attento, ma dopo, un po' infastidito, se n'è andato senza chiedere un contraddittorio sui giudizi dell'Osservatorio. da Gazzetta di Mantova

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