lunedì 14 febbraio 2011

Roma, Sucar Drom: sosteniamo Najo Adzovic e il Sindaco Alemanno

“E' stata una tragedia che pesa dolorosamente su ciascuno di noi e che ci rende ancor più convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accampamenti di fortuna, degradati e insicuri, debbono essere tempestivamente ricollocate in alloggi stabili e dignitosi”. “Le autorità locali e nazionali non possono non sentirsi impegnate ancor più fortemente a dare soluzione a un problema così grave in termini umani e civili”.
Queste le parole del Presidente Giorgio Napolitano subito dopo la tragedia che ha colpito Roma con la morte di Raul (4 anni), Fernando (5 anni), Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), morti bruciati vivi nel rogo che ha distrutto la baracca dove vivevano con i genitori. Il Capo dello Stato dopo aver incontrato i famigliari dei bambini morti ha dichiarato: “Ai genitori e alla superstite sorella dei quattro bambini rom - ha concluso - orrendamente periti nel rogo del precario rifugio in cui vivevano, ho voluto esprimere il sentimento di umana solidarietà che con me oggi provano tutti i romani e gli italiani”. Nelle ore successive il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato il lutto cittadino.
Subito dopo l’intervento del Presidente Napolitano è scoppiata un’accesa polemica politica, soprattutto a Roma, che dura tuttora. Nei giorni scorsi la nostra associazione non è intervenuta pubblicamente perché ci è sembrato indecoroso polemizzare nel momento del dolore e del lutto che ha colpito, come ha sottolineato il Capo dello Stato, tutto il Paese. Ma oggi ci sembra giusto offrire a tutti la nostra chiave di lettura sulla situazione nella Capitale, visto che in questi anni siamo intervenuti diverse volte.
In questi giorni abbiamo letto le innumerevoli dichiarazioni di esponenti politici, di esponenti delle associazioni pro rom e sinti, di intellettuali… Ciò che ha impressionato è che tutti hanno gettato la responsabilità della grave situazione attuale sugli altri. La prima cosa che è quindi giusto dire è che la situazione di Roma ha responsabilità diverse e che nessuno può esimersi dal fare una dura autocritica, associazioni comprese.

Il cosiddetto “Piano Nomadi” è stato pensato e approntato dalla Giunta Rutelli (1993/2001), è stato promosso e iniziato dalla Giunta Veltroni (2001/2008), è stato ripreso e messo in opera dalla Giunta Alemanno (2008/oggi). In cosa consiste? Costruzione di alcuni grossi insediamenti fuori dal Raccordo Anulare (il centro sinistra ne ha realizzati due: via del Salone e Castel Romano, con l’apporto di tutte le associazioni anche quelle che oggi criticano Alemanno), dove concentrare tutti i rom e i sinti che vivono a Roma. In un’intervista al quotidiano Repubblica, nel maggio 2007, l’ex Prefetto di Roma, Achille Serra (un uomo del centro-sinistra), ha spiegato che l’intento non era solo quello di concentrare i sinti e i rom in grossi insediamenti fuori dal Raccordo Anulare ma di utilizzare questi grossi campi per rieducare i rom e i sinti. Un messaggio devastante che ha fatto male quanto le campagne xenofobe di Forza Nuova.
Le novità apportate dal Sindaco Alemanno sono essenzialmente due: la partecipazione diretta dei rom e dei sinti e un accordo con la Prefettura e la Questura di Roma per iniziare un percorso di regolarizzazione delle tante persone ancora senza documenti (i rom provenienti dalla ex Yugoslavia, in maggioranza profughi dopo la guerra ma non solo).
Ed è sulla partecipazione diretta dei sinti e dei rom che si è concentrato il fuoco di quasi tutte le associazioni pro rom sinti ma non solo, in particolare il fuoco si è concentrato contro Najo Adzovic (in foto) nominato dal Sindaco delegato sulla questione rom. Per quale ragione? Il Sindaco ha di fatto spostato un piccolo pezzo di potere dalle associazioni pro rom e sinti ai diretti interessati: i rom e i sinti. E questo non è piaciuto alle associazioni che hanno iniziato a contrastare in maniera forte il cosiddetto “piano nomadi”.
Oggi viene usata la tragedia che ha visto colpita una famiglia rom per distruggere il percorso di partecipazione iniziato dal Sindaco Alemanno, ma nessuna idea alternativa seria e realizzabile viene proposta per evitare il concentramento fuori dal Raccordo dei sinti e rom capitolini. Nel frattempo continuano ad esserci intere famiglie che vivono in condizioni disumane aiutate per lo più da pochi volontari di associazioni benevole di ispirazione cristiana.
E’ chiaro a tutti che dopo anni di stigmatizzazione dei sinti e dei rom sia da sinistra che da destra è pressoché impossibile partire con un piano casa per i rom, visto anche che il Comune di Roma ne è sprovvisto anche per gli altri cittadini. E dovrebbe essere a tutti chiaro che come ha ammonito il Capo dello Stato, i rom che vivono in situazioni inumane devono essere tempestivamente ricollocati in alloggi stabili e dignitosi. Tragedie come quella che ha colpito la famiglia di Elena Moldovan ed Erdei Mircea possono succedere nuovamente e l’elenco dei bambini rom morti negli ultimi vent’anni è lunghissimo, una vera e propria strage.
Oggi, grazie all’intervento del Presidente Napolitano, si può imprimere una svolta. Il Presidente è stato sensibilizzato in questi ultimi anni dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Federazione Romanì (le uniche organizzazioni nazionali formate da associazioni sinti e rom) e ha compreso, dopo aver ricordato il Porrajmos durante le celebrazioni per il Giorno della Memoria, che la questione rom e sinta non può essere affrontata come un problema di sicurezza ma che solo offrendo i diritti fondamentali e pari opportunità si potrà uscire da questa situazione vergognosa.
Il Sindaco Alemanno in queste ore sta organizzando incontri con tutti i rappresentanti delle comunità sinte e rom capitoline e con tutte le associazioni. Chi si ritirerà sull’Aventino o chi intralcerà questo percorso sarà responsabile delle prossime tragedie. Per tutti gli altri è d’obbligo fare proposte serie e concretizzabili sia a breve termine che a medio e lungo termine. Sarà impossibile in un anno offrire a tutti i rom e sinti romani una soluzione soddisfacente ma si potrà impostare un percorso virtuoso. Ma sia chiaro, i furbi e i furbetti dovranno essere emarginati, compreso chi in questi anni ha avuto la possibilità di costruirsi casa e posizione in ex Yugoslavia o in Romania. Per i falsi poveri non c’è posto. Come non c’è più posto per quelle associazioni che in questi anni non hanno fatto un passo per costruire una reale partecipazione dei sinti e dei rom. Per i piccoli o i grandi potentati diciamo a gran voce: dosta!! basta!!
Il Consiglio direttivo dell’associazione Sucar Drom

8 commenti:

carlo ha detto...

"Il Sindaco Alemanno in queste ore sta organizzando incontri con tutti i rappresentanti delle comunità sinte e rom capitoline e con tutte le associazioni".
Qui a Roma questa notizia non risulta...

u velto ha detto...

Gli incontri iniziano domani in Campidoglio.

Anonimo ha detto...

Qualcuno conosce l'elenco delle associazioni convocate per la riunione di domani?

Carlo Berini ha detto...

Mi chiedo chi si nasconda dietro l'anonimato, è così difficile scrivere un nome e un cognome?

Anonimo ha detto...

Son contento della forte presa di posizione di Sucar Drom su questo tema. Dimostra che l'associazione ha un atteggiamento pragmatico orientato alla soluzione dei problemi e non segue posizioni precostituite che nascono da posizioni partitiche.

Grazie a voi e a Najo che a volte subisce attacchi personali strumentali per me incomprensibili.

franco
(non entro più con google e mi intruppo nel folto gruppo degli anonimi)

giorgio ha detto...

A noi non ci ha invitati nessuno, nessuno ci ha mai consultati (eccetto la Commissione Diritti Umani del Senato della Repubblica).
Dal giorno dell'insediamento della Giunta Alemanno cerchiamo di incontrare il Sindaco e gli Assessori per ragionare insieme, per aprire un tavolo VERO di confronto. I membri dei tavoli di coordinamento e di garanzia messi in piedi sono stati selezionati dall'Amministrazione in base a proprie convinzioni ed a criteri tutti politici e di consenso, NON in base all'esperienza maturata o alla reale rappresentatività della minoranza Rom e Sinta (Sucar Drom sembra dimenticare che neanche la Federazione è stata mai consultata dall'Amministrazione romana).

Najo Azovic è già abbondantemente sostenuto dal sindaco che regala 12 milioni di euro alle compagnie di vigilanza privata, non credo abbia bisogno del mio sostegno.

La trasversalità dell'antiziganismo è un dato acquisito e amaramente confermato da innumerevoli dichiarazioni e atti politico-amministrativi di destra e di sinistra. Non è certo una novità per chi si batte per i diritti civili della minoranza Rom trovare avversari in ogni partito e schieramento.

Credevo che una associazione come la vostra fosse in grado di volare un pò più in alto, e invece vi prestate al gioco e lanciate schizzi di fango.

Tanto adesso arriva la Croce Rossa e se magna tutto, sarà contento il Sindaco per il buon lavoro fatto.

Cordiali saluti

u velto ha detto...

ciao Giorgio, la situazione romana deve essere letta nel contesto italiano più generale.
il "piano nomadi" lo abbiamo combattuto anni fa e lo combattiamo anche oggi ma non facciamo guerre a priori.
la Croce Rossa è stata da noi fermata nel censimento del 2008 e saremmo pronti a farlo ancora ma che sia chiaro ci deve essere una progettualità seria e condivisa da tutte le associazioni.
a Milano pur nella tragedia, le associazioni tutte si sono messe intorno ad un tavolo ed hanno fatto un piano serio ed articolato, Casa della Carità compresa.
il Comune non ha dato ascolto e stiamo per questo sostenendo le azioni legali che come avrai visto hanno iniziato a dare i primi frutti.
a Roma il bersaglio non può essere Najo, non deve essere il percorso di regolarizzazione per chi è senza documenti da quando è nato, non deve essere il percorso di partecipazione intrappreso da Alemanno. ci sono problemi, noi avremmo fatto in maniera diversa ma sono novità importanti. non riconoscerlo è un grave errore.
quanto al fatto che non siete stati consultati, siamo dispiaciuti ma non serve prendersela con noi. un associazione ha tutti gli strumenti legislativi per farsi sentire, a partire dalla Legge 328/2000.

Giorgio ha detto...

Ciao U Velto,
intanto ti ringrazio per la risposta.
Purtroppo credo che a Roma non si arriverà ad una progettualità condivisa da TUTTE le associazioni.
Ormai Croce Rossa non farà passi indietro e continuerà ad impadronirsi di pezzi dei Servizi Sociali romani, e delle risorse e competenze della Città.
Io non posso condividere questo; perchè sottrae al controllo democratico l'erogazione dei servizi, perchè trasferisce risorse ad un Ente non trasparente ed i cui dirigenti sono TUTTI di nomina politica o militare, perchè fagocita parti importanti della società civile, perchè rappresenta un precedente pericoloso nel rapporto tra Amministrazioni locali - cittadini - società civile ed infine perchè ha 100 MLN di debiti e 2.000 precari.
Credo che le Associazioni, i Partiti, i Sindacati che non sono d'accordo su questo condividono poi l'obiettivo finale di qualsiasi progettualità: la chiusura di tutti i campi rom entro 10 anni.
E' vero che Alemanno ha stimolato trasformazioni positive. E questo va senz'altro riconosciuto.
I Rom vogliono far sentire la propria voce, partecipano al movimento di lotta per la casa, scendono numerosi in piazza per protestare, non si fanno rappresentare più da nessuno.
La partecipazione ai conflitti nella società maggioritaria è un fenomeno nuovo ed entusiasmante.

Altro discorso è quello dei rom e delle associazioni cattoliche selezionate dal sindaco per legittimare gli interessi della sua banda.
Rom e associazioni che, evidentemente, condividono il "colpo" della Croce Rossa.

O no?