mercoledì 29 giugno 2011

UE, strategie nazionali di integrazione dei rom e dei sinti fino al 2020

Un mese fa, il 13 maggio 2011, l'Unione Europea ha adottato le conclusioni sul "Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020", in cui si invitano gli Stati membri a perseguire obiettivi in materia di istruzione, occupazione, assistenza sanitaria e alloggi, al fine di colmare i divari tra comunità rom e sinte emarginate e popolazione generale. Un percorso iniziato il 9 marzo 2011 con la votazione del Parlamento Europeo.
Entro la fine del 2011, gli Stati membri, compresa l'Italia, dovranno elaborare strategie nazionali o insiemi integrati di misure di intervento. Gli Stati membri sono altresì invitati a tenere conto dell'esigenza di promuovere l'inclusione socioeconomica dei rom e dei sinti al momento di elaborare, attuare e controllare i programmi nazionali di riforma nell'ambito della strategia Europa 2020.
Più in particolare, gli Stati membri dovrebbero migliorare l'accesso a servizi di qualità nel settore dell'istruzione e dell'assistenza sanitaria, nonché agli alloggi e all'occupazione. È necessaria un'azione integrata estesa a tutti e quattro i settori prioritari; inoltre gli Stati membri dovrebbero prestare particolare attenzione alla dimensione di genere e promuovere la desegregazione.
Per migliorare la situazione, gli Stati membri sono invitati a stabilire obiettivi nazionali raggiungibili, individuare le microregioni più svantaggiate o le comunità più isolate, stanziare finanziamenti sufficienti a carico dei bilanci nazionali, cooperare strettamente con la società civile rom / sinta e con le autorità regionali e locali e nominare punti di contatto nazionali.
Sono inoltre invitati, unitamente alla Commissione, ad ottimizzare l'uso dei fondi UE disponibili per progetti di integrazione dei sinti e dei rom.
L'inclusione dei sinti e dei rom è una priorità sociale urgente, in quanto quasi 8 milioni di cittadini dell'UE sono rom o sinti. Molti di essi vivono in condizioni di emarginazione, esclusione sociale, discriminazione, segregazione e povertà estrema, che si traducono spesso in un accesso limitato all'istruzione e a posti di lavoro di qualità, bassi livelli di reddito, condizioni abitative non conformi, accesso insufficiente a servizi pubblici di qualità, condizioni sanitarie precarie e aspettativa di vita più breve.
(in foto la conferenza stampa del 19 maggio 2011)

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