L'Espresso ha pubblicato alcuni stralci di un documento dell'ambasciatore Usa Ronald Spogli in cui si esprime preoccupazione per l'offensiva contro i sinti e i rom del Governo italiano nel 2008, l'anno delle impronte digitali.
"La maggioranza di centrodestra considera la sicurezza un tema ghiotto (letteralmente "bread and butter" ossia "pane e burro") per la sua base", scrive l'ambasciatore Usa. La campagna del governo Berlusconi contro i rom e sinti nasce così: una mossa facile per cercare il consenso dell'elettorato.
Secondo il dossier "la popolazione rom in Italia è relativamente piccola, stimata in 150 mila abitanti". Ma il governo "come risposta alla percezione di illegalità che viene dai campi, ha dichiarato lo stato di emergenza per affrontare quella che la stampa ha chiamato 'la crisi dei nomadi'. Vengono concessi poteri speciali ai prefetti di Roma, Napoli e Milano e li si autorizza a censire i campi. Mentre le disposizioni parlano di 'accampamenti' in realtà il provvedimento è destinato a tutta la popolazione rom d'Italia".
Ma è "la raccolta di dati biometrici, incluse le impronte digitali di tutti i rom compresi i bambini" che fa scattare il massimo allarme: "Nei moduli usati dalla polizia a Napoli è prevista la schedatura di gruppo etnico e religione, cosa proibita dalle leggi italiane ed europee". Certo, l'operazione procede "nella disorganizzazione", con i singoli prefetti che interpretano a modo loro le regole.
A Napoli vengono prese le impronte solo ai ragazzi con più di 14 anni, a Milano - segnala Sant'Egidio - niente impronte ma si "fotografano i documenti persino ai rom con cittadinanza italiana".
L'ambasciata chiede lumi al Viminale e Marco Villani, consigliere diplomatico di Roberto Maroni, spiega che "il censimento permetterà al governo di ristabilire legalità e protezione per i residenti che vivono ai margini della società e assicurare loro condizioni di vita migliori".
Una spiegazione che non convince l'ambasciatore Spogli, che conclude: "Continueremo a monitorare con attenzione i prossimi passi del governo Berlusconi per capire in che direzione siano concentrati".
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