venerdì 8 luglio 2011

L'Italia ha le carte in regola per sedere nel Consiglio ONU per i Diritti Umani?

Il 19 giugno scorso il nostro Paese è entrato a far parte, per la seconda volta, nel Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Questo organismo è stato istituito cinque anni fa (sostituisce la Commissione per i Diritti Umani) ed è composto da 47 Paesi eletti dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E' un organismo importante che deve promuovere e garantire i diritti umani e prendere in esame le violazioni che possono essere segnalate sia da uno Stato che dalle organizzazioni per il rispetto dei Diritti Umani. Inoltre, il Consiglio svolge un esame periodico dei 192 Paesi membri delle Nazioni Unite.
Essere eletti nel Consiglio prevede una responsabilità importante ma anche avere autorevolezza in tema di diritti umani perchè questo rafforza la propria credibilità internazionale. Per questa ragione l'organizzazione Human Rights Watch ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ricordando tutte le promesse non mantenute che il nostro Paese aveva fatto l'anno scorso in sede di esame periodico.
Una fra tutte era quella di mettere in campo delle azioni per sradicare e combattere tutte le forme di xenofobia, razzismo, discriminazione e intolleranza che colpiscono i sinti e i rom ma anche gli immigrati e le persone lgtb. Per quanto riguarda i sinti e rom l'Italia si era anche impegnata a mettere in campo azioni positive negli ambiti del lavoro, dell'abitare, dei servizi sociali e dell'educazione.
Ad oggi poco o nulla si è visto e questo è sicuramente un grave handicap perchè come potrà il nostro Paese affrontare crisi umanitarie, intervenire in favore di vittime di violazioni dei diritti umani o esaminare il “curriculum” di altri Paesi se per prima, ad esempio, viola in maniera sistematica i diritti dei Cittadini italiani, se questi appartengono alle minoranze sinte e rom?
Una chiara contraddizione che alla lunga si paga in credibilità internazionale, con tutti gli annessi e connessi. Per questo è fondamentale che i nostri politici (ma anche tutta la Società civile) comprendano che oggi si ha ancor più il dovere di dare un forte impulso ad azioni capaci di colmare tutte le lacune che ancora viviamo nel nostro Paese in tema di diritti umani. di Carlo Berini

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