Prende posizione la Comunità sinta dopo le polemiche per il presunto "campo" che doveva nascere in Gogna.
Un terreno sequestrato dalla polizia locale, una massicciata, la posa di tubazioni e di condotte per l’allacciamento idrico, un contatore elettrico comparso in un fondo agricolo di 4500 metri quadrati in via Mantovani, la strada che dalla Gogna s’inerpica verso Monte Berico.
La vicenda ha inizio il 15 giugno quando, in seguito ad una segnalazione telefonica, gli uomini della polizia eseguono un primo sopralluogo, verificando soltanto una movimentazione del terreno. Il sospetto è che in quell'area un gruppo di “nomadi” avesse l'intenzione di organizzare un campo abusivo.
Il 23 giugno, di propria iniziativa, i vigili effettuano un secondo controllo assieme alla dirigente del settore edilizia privata. E constatano che la situazione è cambiata perché sono state nel frattempo eseguite opere edili in suolo agricolo, in assenza del permesso di costruire.
Ora la proprietaria dovrà rispondere davanti al giudice dell’abuso, mentre il settore comunale dell’edilizia privata dovrà decidere quali disposizioni imporle. L'ennesimo "campo nomadi" bloccato appena prima di nascere? Una situazione che assomiglia molto da vicino a quella di via Nicolosi? Sulla questione si è scatenato il dibattito politico, ed ora interviene il Pastore Davide Casadio (in foto) rappresentante della Associazione Sinti Italiani a Vicenza che difende la proprietaria del terreno e parla della situazione dei sinti e rom in città.
La polizia locale ha individuato e sequestrato un terreno agricolo in Gogna dove sono state eseguite opere abusive. Pare che fosse una area su cui i "nomadi" avevano messo gli occhi. Serve ancora massima attenzione in città? Quello dei "campi nomadi" è un fenomeno destinato a trovare soluzione o a Vicenza rimarrà così come è?
Pastore Davide Casadio: «La proprietaria del terreno ha acquistato il terreno anni fa e nessun “nomade” ha messo gli occhi su quell'area anche perché in Italia i “nomadi” sono un invenzione, una discriminazione che si compie contro i Cittadini italiani che appartengono alle minoranze linguistiche dei sinti e dei rom. La proprietaria del terreno sequestrato appartiene alla minoranza dei sinti italiani che lo ha pagato come qualsiasi altro proprietario in Italia.
Io sono convinto che tutto il procedimento di sequestro così come è stato costruito dagli Uffici comunali e dalla Procura della Repubblica si ridimensionerà di molto. Non credo che ripristinare (e ribadisco ripristinare) con della ghiaia l'accesso al terreno così come era fino a qualche anno fa sia un abuso. Come non è certo un abuso chiedere e pagare (ribadisco: pagare) un allacciamento all'energia elettrica. Così come non credo sia un abuso voler irrigare il proprio terreno con l'acqua così come fanno tanti agricoltori. Posso affermare che da parte di alcuni Uffici comunali c'è stato troppo zelo e forse è stato compiuto un abuso a causa del fatto che la proprietaria del terreno appartiene alla minoranza dei sinti italiani. Mi chiedo se sarebbe successo lo stesso per un qualsiasi altro proprietario di un terreno a Vicenza.
Sulla questione della massima attenzione, mi chiedo su cosa? Sul fatto che dei Cittadini italiani vogliano utilizzare una loro proprietà? Mi sembra tutto assurdo e discriminatorio, penso che l'attenzione dovrebbe essere riposta su problematiche ben più gravi come il fatto di non avere ancora un sistema di contenimento idrico che non porti la Città ad essere sommersa dalle acque al primo temporale un po' violento.
Sulla questione dei cosiddetti “campi nomadi” la nostra posizione come associazione è chiara da sempre. Non li vogliamo! Chiediamo la costruzione di micro aree per le famiglie sinti e rom che vivono in stato di povertà così come per gli altri Cittadini si costruiscono gli alloggi ATER. La considero una questione di civiltà, perché è inverosimile che nella nostra Città nel 2011 ci siano famiglie costrette a vivere in luoghi senza fognature, servizi igienici, ecc... E che sia chiaro un bagno per più di una famiglia è un'infamia!
Credo che ci siano delle forze politiche che a priori non vogliono risolvere la situazione perché fa comodo poter avere dei propri concittadini, in questo caso sinti o rom, su cui speculare politicamente. Anche questa è una vergogna in una Città che si dice civile.
E non vogliamo certo la solidarietà pelosa o quella caritativa-paternalistica, i sinti e i rom sono dei Cittadini portatori di diritti come un qualsiasi altro Cittadino vicentino. Certo ci sono i doveri ma ad oggi i sinti hanno solo i doveri e nessun diritto».
È la strategia vincente quella della integrazione da parte dei "nomadi" nel tessuto sociale cittadino?Pastore Davide Casadio: «Come le ho spiegato prima i “nomadi” sono un'invenzione razzista. Un termine inventato da chi non è sinti e rom per discriminarci a partire proprio dal nome. Lei si chiama Luca e non penso che Le faccia piacere se io la chiamo Genoveffa, o sbaglio?
Anche su questo tema, l'integrazione, abbiamo sempre spiegato chiaro che noi non la vogliamo ma chiediamo l'interazione. Ovvero chiediamo di essere trattati in maniera eguale a come sono stati trattati tutti i Cittadini italiani, appartenenti a minoranze linguistiche come lo siamo noi. Non mi sembra che per i Ladini in Alto Adige si sia parlato di integrazione come non si è mai parlato di integrazione per i Cittadini italiani appartenenti alla minoranza slovena o a quella tedesca o a quella franco-provenzale, ecc...
Chiediamo i diritti che ci devono essere riconosciuti come appartenenti ad una minoranza linguistica (Articolo 6 della Costituzione italiana) e non devono essere elemosine. Vogliamo un nostro rappresentante al Parlamento italiano, vogliamo partecipare alla vita politica, avere dei sinti in Consiglio comunale, provinciale ma anche regionale. Vogliamo che la nostra lingua sia parlata nelle scuole, vogliamo programmi radio-televisivi dedicati e tanto altro ad oggi garantito a tutti i Cittadini italiani appartenenti a minoranze all'infuori di noi sinti e rom.
Faccio un esempio, per la legislazione europea e in parte per quella italiana (Legge Biagi) gli appartenenti alle minoranze linguistiche in difficoltà nel trovare un lavoro dovrebbero essere considerati dei soggetti svantaggiati con le tutele che ciò consegue, ma ad oggi la legislazione regionale veneta non lo prevede. Mi chiedo: perché?
Le questioni sarebbero molte ma la questione della partecipazione nelle decisioni che si prendono è fondamentale. Quando si decide qualcosa “a favore” dei sinti o dei rom, gli stessi non solo devono essere informati e consultati preventivamente ma devono avere la possibilità di possedere un potere decisionale. Solo così saremo trattati come qualsiasi altro Cittadini vicentino.
Io sono fiducioso anche per il lavoro che sta svolgendo tutta l'Amministrazione comunale e non solo l'Assessore Giovanni Giuliari e spero che in pochi anni a Vicenza si possa parlare di normalità e non più di emergenze». di Luca Faietti
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