Per chi suona la campana a Pisa? Quante volte ancora attraverseremo, indifferenti, i confini che ci allontanano dalla cosiddetta civiltà per approdare nei paludosi territori dominati dalla barbarie? Gran parte degli articoli sui rom pubblicati sulla stampa cittadina, palesano pregiudizi farciti di mezze verità e autentiche bugie.
Ultimamente, una bugia spesso propagandata è proprio quella di descrivere il campo rom di Marina di Pisa, come un accampamento abusivo. Certo, la definizione “abusivo” si presta a varie interpretazioni, che mutano con tempi e risentono del clima sociale, della strumentalizzazione politica, della crisi economica e sociale.
Il campo di Marina di Pisa nasce per volontà dell’Amministrazione Fontanelli nell’Ottobre 2003, per la esigenza di trovare una sistemazione ad alcuni nuclei familiari sgomberati da una proprietà privata di Tirrenia, famiglie inserite nel progetto Città Sottili. Ricordiamo che alcuni abitanti e commercianti di Marina manifestarono la loro contrarietà a questo insediamento e in quella occasione organizzarono anche il blocco della strada che conduce al campo per impedire il trasporto dei bambini e delle bambine con lo scuolabus!
Nel corso degli anni, il comune di Pisa ha inviato numerose altre famiglie in quel campo, con la promessa che sarebbe stata solo una sistemazione provvisoria. In seguito, altre famiglie sono state “spinte fuori” dal campo di Coltano (2009-2010!) ed obbligate a collocarsi nel campo di Marina. Altri nuclei familiari che alloggiavano in appartamenti nelle province di Pisa e Livorno, quando hanno ricevuto lo sfratto dal Comune, non potendo fare ritorno al campo di Coltano, hanno trovato accoglienza nel campo di Marina in virtù di accordi presi prima e in assenza di soluzioni alternative praticabili. Nei fatti è il Comune di Pisa ad avere riempito di famiglie il campo di Marina, quindi perché continuare a parlare di accampamento abusivo?
Questa breve ricostruzione storica induce a riflettere sul significato della parola “abusivo”. Ci domandiamo chi abbia rispettato le cosiddette regole, chi invece le ha semplicemente raggirate? I rom, anche quando seguono le regole o fanno valere le loro ragioni sono sempre visti o descritti come degli abusivi, a differenza di chi solitamente interpreta le regole a senso unico, cambia le parole o le date, si rimangia gli impegni assunti ma non per questo viene mai considerato un abusivo della verità.
“Dovete rispettare le regole”, è il loro eterno e sacro ritornello. Non sono forse “abusivi” anche quei responsabili, che spesso nascondono la faccia e celano la verità dei fatti? All’Assessore consigliamo di leggere i fatti con una lente diversa: i rom abitanti in via Filattiera, a Marina di Pisa, se sono diventati abusivi, insieme al campo, lo sono anche per colpa degli uffici della Società della salute. A Marina abitano famiglie rom, che con fatica cercano di integrarsi e che fino a ieri hanno mandato i loro figli a scuola, proprio come chiedeva loro l’Amministrazione Comunale di Pisa.
Dalla stampa cittadina si evince che quella stessa integrazione, che passa anche e soprattutto dalla scuola, ora viene vista dagli stessi che l’hanno propagandata (sventolando ai 4 venti-solo pochi mesi fa-gli ottimi risultati raggiunti), come una “minaccia”. Meglio allora interrompere lo scuolabus per i bimbi, è un buon deterrente per scoraggiare quei fastidiosi rom “abusivi”, per evitare che l’inserimento sociale dei rom avvenga! Ma questo è un altro capitolo di una storia che sembra non conoscere mai fine!
Sara Cozzani e Olivia Curzio (Opera nomadi Pisa), Federico Giusti (Confederazione cobas), don Agostino Rota Martir (campo rom Coltano), Sergio Bontempelli (Africa Insieme)
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