venerdì 4 novembre 2011

Tortona (AL), i sinti: basta falsità, chiediamo più rispetto!

A Tortona (AL) da alcuni mesi un esponente politico locale interviene a sproposito sulla situazione abitativa delle famiglie sinte residenti. Per questa ragione le famiglie sinte hanno redatto un comunicato che nei giorni scorsi è stato diffuso dalla stampa locale.

Per troppo tempo siamo comparsi sui giornali e, per questa ragione, vogliamo intervenire per far capire la nostra situazione. Una nostra rappresentanza partecipa a tutti gli incontri del tavolo di concertazione voluto dal Comune, con il quale ci siamo accordati per provvedere ai pagamenti dell’acqua e per lo spostamento dall’area sulla quale passerà la tangenziale. La fognatura l’abbiamo fatta a nostre spese, collaborando nei lavori. La luce la paghiamo e ci teniamo a dire che dal Comune non abbiamo mai ricevuto dei soldi, né oggi né in passato. Ci stiamo regolarizzando nei limiti delle nostre possibilità.

Noi siamo una minoranza linguistica, siamo cittadini sinti italiani e nati in Italia da numerose generazioni. La maggior parte dei nostri genitori è nata a Tortona. Noi non disturbiamo e non diamo fastidio a nessuno, abbiamo la residenza e siamo cittadini tortonese, e troviamo ingiusto che, per colpa di chi sbaglia, si generalizzi creando una sorta di diffidenza nei nostri confronti.


Purtroppo, nonostante i nostri bambini vadano a scuola regolarmente e giochino a calcio nelle squadre cittadine, siamo ancora troppo discriminati e nei nostri confronti ci sono troppi pregiudizi. La nostra è una tradizione che dura da più di 2000 anni e la gente dovrebbe conoscerla per capire il nostro modo di vivere. Il Vescovo e le associazioni di volontariato ci sono molto vicini; con lo stesso Vescovo abbiamo dei momenti di aggregazione.

Noi chiediamo solo rispetto e dignità, le stesse cose che noi diamo agli altri; la possibilità di integrarci, abbiamo anche fatto dei corsi di formazione ma nessuno ci assume. E chiediamo di non comparire più sui giornali e di essere lasciati stare. Noi siamo disposti ad assumerci i nostri doveri ma chiediamo più rispetto.

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