martedì 8 novembre 2011

TUTTI UNITI, Rom e Sinti a Roma: l'intervista a Radames Gabrielli

Chiara Ludovisi di Redattore Sociale intervista Radames Gabrielli, Presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, a poche ore dalla manifestazione TUTTI UNITI che si terrà domani 9 novembre a Roma, in piazza Montecitorio, a partire dalle ore 9.00. L'idea della manifestazione è stata lanciata nei mesi scorsi da Radames Gabrielli, a nome della Federazione Rom e Sinti Insieme che coordina 22 associazioni sinte e rom a livello nazionale. In questi mesi Radames Gabrielli ha coinvolto molte altre associazioni sinte e rom italiane. Le associazioni rom e sinte chiedono al Governo italiano di promuovere un tavolo tecnico per la definizione della Strategia nazionale come deciso dal Parlamento europeo e richiesto dalla Commissione europea. E chiedono al Parlamento italiano di accelerare l'iter di due proposte di legge: il riconoscimento per sinti e rom dello status di minoranze e inserire i sinti e i rom nella legge che istituisce il Giorno della memoria.


Come è nata l’idea di questa manifestazione?
In Italia non viene data voce e spazio nei media e nelle istituzioni alle associazioni Sinte e Rom. Non parlo di associazioni pro Rom e Sinti ma proprio di associazioni Sinte e Rom. Associazioni che in Italia esistono ma a cui appunto non viene data voce. In Europa è diverso, penso alla Germania ma anche alla Romania o alla Gran Bretagna. Adesso è giunta l'ora che anche gli italiani abbiano la possibilità di sentire la nostra voce di Sinti e di Rom. E chiedo quindi a voi giornalisti di amplificare la nostra voce che vuole affrontare seriamente i tanti problemi che esistono.

Può dirci qualcosa in più sulle richieste che rivolgete al Parlamento italiano?
Due richieste semplici: includere i Sinti e Rom sia nella legge a tutela delle minoranze che nella legge che istituisce Il Giorno della Memoria. Sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica sono state presentate due proposte controfirmate da un largo schieramento politico istituzionale. Chiediamo un'accelerazione nell'iter di approvazione di queste due proposte.
La prima riguarda lo status di minoranze storico linguistiche (Legge 482/99). I Sinti e Rom sono minoranze presenti in Italia dal 1400, quindi storiche come per esempio il ladino, il franco provenzale, il tedesco... Non essere riconosciuti in Italia è un grave handicap come hanno sottolineato tutte le istituzioni internazionali, dal Parlamento europeo al Consiglio d'Europa all'OSCE, fino ad arrivare all'ONU.
La seconda richiesta, inserire i Sinti e Rom nel Giorno della Memoria, è una questione di fatto già avvenuta con le tante manifestazioni e commemorazioni del Porraimos (divoramento) che sono tenute il 27 gennaio. Ad esempio a Bolzano, con Comune e Provincia, abbiamo messo una targa sulle mura del campo di concentramento. Ciò che manca è l'atto formale, essere inseriti nella Legge 211/2000.
Perché è così importante per voi il riconoscimento come minoranza? Cosa comporterebbe?
I Sinti e Rom esisterebbero come sinti e rom, non ci sarebbe più spazio a fantasie stereotipate su “nomadi”, “zingari”... Siamo Sinti e Rom e siamo Cittadini italiani, devono esserci riconosciuti i diritti come minoranze, sanciti dall'Articolo 6 della nostra Costituzione. Chiediamo rispetto!!
Basta decreti di emergenza, “campi nomadi”, divieti di sosta... Chiediamo che siano riconosciuti i nostri diritti di minoranza. Questo porterebbe alla possibilità di far conoscere meglio a tutti gli italiani l'apporto culturale e storico che noi Sinti e Rom abbiamo offerto all'Italia ma anche a tutta l'Europa: penso ad esempio all'arte con la musica, la poesia, il teatro...

Perché è importante per voi che sia riconosciuta la persecuzione nazifascista di Sinti e Rom?La persecuzione nazifascista contro i Sinti e Rom è intima alla storia italiana. Tutti i Sinti e Rom italiani, dopo l'11 settembre 1940, sono stati rinchiusi in campi di concentramento appositi a Prignano (MO), Tossicia... Questo è un pezzo di storia italiana. Nei treni che partivano per Auschwitz, insieme agli ebrei, c'eravamo noi: uomini, donne, bambini, anziani, handicappati perseguitati, concentrati e deportati in quanto Sinti e Rom. Una persecuzione su base razziale perpetrata in maniera feroce e disumana da italiani contro altri italiani, la nostra colpa: essere Sinti e Rom. Una storia che non deve essere dimenticata perché dalla storia e dalla memoria possiamo imparare ciò che siamo oggi. E gli italiani sui Sinti e Rom devono ancora imparare parecchie cose...

Cosa chiedete al governo italiano?Il Governo italiano deve rispettare le indicazioni e le richieste formulate dal Parlamento Europeo in aprile e dalla Commissione europea nel giugno scorso. Entro il mese di dicembre l'Italia deve presentare alla Commissione europea la sua Strategia Nazionale per affrontare i tanti problemi e le tante situazioni discriminanti che vivono quotidianamente i Sinti e Rom nel nostro Paese.
E' un impegno che l'Italia ha preso con la Commissione europea e che ancora non ha assolto. Chiediamo l'istituzione di un tavolo tecnico o più tavoli tecnici per affrontare, come abbiamo scritto nel documento. Nove questioni fondamentali: l'abitare, il lavoro, la cultura, la partecipazione dei Sinti e dei Rom, l'antidiscriminazione, la scuola, la sanità, il welfare e la situazione giuridica dei Rom immigrati e profughi. Questioni semplici ma allo stesso tempo complesse che devono vedere la nostra partecipazione per essere affrontate in maniera corretta. Si sono persi sessant'anni con politiche di segregazione e discriminazione come quelle sui campi nomadi. Chiediamo di cambiare rotta e di essere noi i protagonisti. Basta all'assistenza paternalistica, dobbiamo essere noi gli artefici del cambiamento. Datecene la possibilità.

Quali sono per voi le questioni più urgenti da risolvere in Italia ? E in Europa?Sicuramente il lavoro, l'abitare e la cultura. Nel nostro documento facciamo proposte semplici e chiare per punti. Non ci sono spazi per equivoci o malintesi. Vogliamo affrontare queste questioni con serietà e competenza. Ma siamo noi Sinti e Rom che dobbiamo essere protagonisti. Non siamo più disposti a delegare agli altri la soluzione dei nostri problemi.
A chi governa oggi l'Italia e a chi governerà domani il nostro Paese diciamo a gran voce: i Sinti e Rom ci sono. Le scuse non sono più accettabili, dobbiamo insieme lavorare seriamente per uscire dal tunnel buio dove ci troviamo.
Il Governo in questi ultimi tre anni sembrava un cieco che non sapeva dove andare. Ecco, noi oggi facciamo un passo e prendiamo la mano al Governo per guidarlo ad uscire insieme da questo tunnel che ha portato in questi anni a tanti drammi e a troppe vittime innocenti. Bisogna crederci e bisogna impegnarsi, per esempio dagli Anni 80 molte famiglie Sinte ma anche tante famiglie Rom hanno acquistato dei terreni agricoli per non finire rinchiusi nei “campi nomadi”. Queste famiglie hanno posizionato su questi terreni delle case mobili o roulotte perché la legge lo permetteva. Negli anni successivi tante altre famiglie Sinti e Rom hanno seguito questo esempio uscendo dai “capi nomadi”. Dal primo gennaio 2005 è entrato in vigore il Testo Unico 380/2001 che a reso illegali urbanisticamente questo tipo di abitare. Chiediamo che sia modificala le legge perché non riusciamo a capire il motivo che spinge l’Italia a rendere illegale una soluzione abitativa che aiuterebbe a uscire dalla logica dei campi nomadi. Nessuna forza politica italiana vuole i “campi nomadi”, questa che proponiamo e una soluzione che abbiamo trovato noi Sinti e Rom e che abbiamo sperimentato in tutti questi anni.
Siamo stanchi dell'elemosina. Chiediamo di poter godere degli stessi diritti che ogni Cittadino italiano gode dalla nascita.

Qual è la situazione italiana rispetto al resto dell’Europa, in merito alle questioni da voi sollevate?In Europa ci sono situazioni molto avanzate come nel caso della Germania e situazioni anche peggiori dell'Italia, penso a pogrom successi poche settimane fa in Ungheria con l'uccisione di Rom. Certo fa specie che l'Italia, uno dei Paesi fondatori della Ue, abbia una legislazione per la tutela delle minoranze Sinti e Rom peggiore di quella rumena. Non c'è un Rom o un Sinto che sia stato assunto da un Ministero, eppure tutti parlano di Sinti e Rom. Parlano di noi senza sapere nemmeno chi siamo. Questo è il grosso problema italiano.

Quante persone prevedete di riuscire a mobilitare il 9 novembre?Non saremo più di quattrocento persone perché così ci ha chiesto la Questura, dopo le violenze che sono successe nella manifestazione del 15 ottobre scorso. Potevamo essere molti, molti di più. Tantissimi saranno a casa davanti alla televisione per vederci. Spero che ci diano spazio nei telegiornali nazionali.

Casa, scuola e lavoro: a che punto siamo in Italia (sempre rispetto alle popolazioni Sinti e Rom)? Quali sono le maggiori difficoltà? E quali passi avanti o indietro sono stati fatti negli ultimi anni?La situazione è diversificata. Buone pratiche singole ci sono in tutti questi settori. Penso a Mantova, a Bolzano, in parte anche a Torino e Reggio Emilia, ma anche a Gioia Tauro, dove proprio alcuni giorni fa il Consiglio comunale ha deliberato che ai Rom italiani concentrati adesso in un campo, saranno assegnate appartamenti in tutta la Città.
Ma ci sono purtroppo situazioni drammatiche, penso a Milano, penso a Napoli, penso anche a Roma. In un Paese civile non possono morire per il freddo o per un incendio dentro baracche dei bambini. Tutto ciò è indecente!!
Se penso alla scuola, penso ad una bambina Sinta o a un bambino Rom che entra in prima elementare e che si trova davanti un insegnante che non parla la sua lingua, che non sa chi è un Sinto... Ancora molti insegnanti credono alla favola degli “zingari”. Come si sentirà accolta quella bambina Sinta? Come si sentirà accolto quel bambino Rom? Male e sicuramente non porterà a termine i propri studi, creando situazioni di emarginazione. Sono problemi seri che devono essere affrontati. C'è un grande lavoro culturale da fare in Italia.
E quel bambino e quella bambina quando saranno più grandi saranno ancora costretti a vivere in un cosiddetto “campo nomadi”? E ancora sempre quel bambino e quella bambina quando saranno un uomo e una donna che rabbia proveranno quando gli diranno: non ti assumo perché sei Sinto, perché sei Rom?
Sono problemi non facili da affrontare ma che se oggi li affrontiamo insieme, sono sicuro che fra dieci anni la situazione sarà completamente diversa. Bisogna avere coraggio, la vista lunga e tanto, tanto impegno.

Avere avuto qualche riscontro finora rispetto alle vostre richieste? Qualche politico o istituzione se ne sta interessando?Sappiamo di avere un sostegno importante dal Parlamento e dalla Commissione europea ma anche dal Consiglio d'Europa che tengono sotto stretta sorveglianza il nostro Paese. L'UNAR negli ultimi due anni con la Campagna Dosta! ha iniziato a lavorare insieme a noi. La Commissione del senato per i Diritti Umani ha in questi mesi prodotto un documento interessante. Molti parlamentari, sia di centrodestra che di centrosinistra, si sono impegnati a formulare in Parlamento delle proposte che condividiamo. E' un inizio ma è ancora troppo poco, sporadico. Non c'è un disegno complessivo che ci veda pienamente protagonisti. Credo che sia ora di costruirlo insieme.

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