Nel giorno dell'anniversario dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ratificò la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, Torino è violentata dall'ignoranza razzista di alcuni abitanti del quartiere Le Vallette.
L'incendio del campo nomadi della Continassa voleva fare "giustizia" della violenza subita da una ragazza italiana. Poco importava se la ragazza avesse o meno mentito.
E ancor meno che le vittime del rogo potevano essere persone estranee ai fatti, altre ragazze coetanee dell'italiana, bambini piccoli o altri ancora.
Ci siamo abituati: quando le accuse sono rivolte ai Rom è abbastanza normale andar per le spicce, spesso impunemente.
Non ci sarà nessun corteo di solidarietà e nessun mazzo di fiori sarà deposto sul luogo dell'incendio.
Il Sindaco si è pronunciato con parole nobili ed ha condannato il tentativo di linciaggio. Ma tutta la società civile, anzi, tutte le persone civili dovrebbero unirsi nella condanna.
Quando si lascia che la colpa di un singolo (ma in questo caso non è neppure vero) ricada su un gruppo, su una comunità, su un intero popolo, non si è migliori di chi anni fa tentò "soluzioni finali" nei campi di sterminio.
Confidiamo comunque che i responsabili siano individuati e messi di fronte alle loro responsabilità.
Confidiamo anche che quei Rom non debbano ora scontare la "colpa" di essere privi di abitazioni dignitose e vivano in baraccopoli abusive, magari da abbattere "legalmente" nei prossimi giorni. Magari dichiarando che lo si fa solo per "proteggere" quei Rom.
Confidiamo infine che chi ha la responsabilità di governo la smetta di sperperare i fondi messi a disposizione dall'Europa per affrontare i problemi dei Rom, primo fra tutti quello abitativo, che tanto "stuzzicano" i moderni angeli vendicatori di questo nostro paese. da Idea Rom
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