C’era una volta un giardino, nel museo di Yad Vashem, a Gerusalemme, nato per conservare la memoria dei Giusti – persone impegnatesi per salvare altre vite umane dalla furia delle persecuzioni razziali. Negli anni, sono sorti in vari Paesi molti altri giardini simili, in cui ogni albero è lì per commemorare il coraggio e l’impegno di un Giusto. Dopo che i Giusti se ne sono andati, questi alberi restano, e crescendo e sopravvivendo all’alternarsi delle stagioni e degli anni, tengono in vita la memoria di donne e uomini esemplari.
E’ in un giardino simile, che dovrebbe stare l’albero in ricordo di Fabio Norsa.
Giusto nella capacità di indignarsi, e più Giusto ancora nel trasformare l’indignazione in gesto concreto, in azione e impegno. Giusto nella schiettezza della sua parola, limpida e secca. Giusto nelle relazioni: tenero negli affetti, intransigente sul lavoro, burbero come certi uomini di un tempo, e come loro sempre a disposizione. Giusto nella gestione del denaro non suo, quello di cui era responsabile come Presidente dell’Osservatorio sulle discriminazioni Articolo 3, della Fondazione Istituto Franchetti e della Comunità Ebraica di Mantova: Giusto di quella trasparenza e di quell’irreprensibilità di cui il nostro Paese soffre troppo spesso la mancanza. Giusto nel trattare i collaboratori, nel mediare tra posizioni diverse, nell’assumersi la responsabilità, nel metterci sempre la faccia.
Per l’associazione Sucar Drom, Fabio è la persona che ha sempre appoggiato le battaglie in difesa dei diritti delle comunità rom e sinte: un sostegno saldo e sicuro, forte della consapevolezza delle violazioni e delle ingiustizie che queste persone subiscono quotidianamente.
E’ colui che, fin dai primi anni Duemila, ha sostenuto la nostra partecipazione al Tavolo della memoria, conscio – tra i primi e tra i pochi – della matrice razziale della persecuzione di rom e sinti durante il nazifascismo. Da quel momento in poi, è stato sempre con lui che abbiamo costruito i calendari per ogni Giorno della memoria, progettando interventi nelle scuole, eventi, pubblicazioni, mostre; un impegno congiunto, grazie al quale a Mantova la memoria della Shoah e quella del Porrajmos hanno sempre camminato insieme, come succede di rado.
E’ con Fabio che abbiamo coltivato il sogno di un osservatorio capace di tradurre in lotta quotidiana la memoria delle persecuzioni del passato, un luogo in cui dare corpo attuale, concreto e militante a quel ricordo doloroso e indignato: questo progetto vive oggi nella realtà dell’Osservatorio sulle discriminazioni Articolo 3, di cui Fabio è stato (e, per noi, rimane) il Presidente capace e appassionato. Come noi, Fabio l’ha voluto efficace, attivo e presente; il suo impegno – sensibile e al contempo molto concreto – l’ha sostenuto e guidato, conducendolo verso traguardi importanti.
Con Fabio abbiamo condiviso un tratto di strada molto significativo, di grande valore umano e civile. E da lui riceviamo un’eredità preziosa, di cui terremo alto il nome e il senso. Oggi, con dolore e infinitamente prima di quanto avremmo voluto, piantiamo il nostro albero simbolico in memoria di un amico e di un uomo Giusto, di cui sentiremo forte la mancanza.
Sarà presto primavera, e quest’alberò comincerà a dare i frutti di cui Fabio è stato, in vita, così generoso.
Lacio Drom, Fabio!
Per l'Associazione Sucar Drom e l'Istituto di Cultura Sinta
Elena Borghi, Davide Gabrieli, Stefano Liuzzo, Bernardino Torsi, Luca Dotti, Denis Gabrieli, Vittoria Dubinina, Yuri Del Bar, Barbara Nardi, Manuel Gabrieli, Matteo Bassoli, Atos Held e Carlo Berini
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