Nel gennaio 2010 il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro, nell’avviare la procedura di fotosegnalamento all’interno dei “campi nomadi” della Capitale, aveva dichiarato che essa sarebbe servita soltanto a «dividere i buoni dai cattivi».
Ma come si è realmente svolta la procedura? E’ stata rispettata la norma secondo cui possono essere fotosegnalate solo «le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità»? Le comunità rom coinvolte sono state costrette ad essere fotosegnalate? Perché sono stati coinvolti anche i minori? Perché cittadini italiani, solo perché “sospettati” di essere rom, sono stati condotti presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Roma? Perché sono state prese le impronte digitali a bambini rom di pochi anni?
Racconta una donna rom: «Ci hanno portato alla Questura di via Patini. C'è uno sportello fatto per i rom. Chiamavano una famiglia alla volta. Entravamo, ci prendevano le impronte, le foto, l'altezza. La foto era una singola e una di famiglia. Se il bambino era piccolo la faceva in braccio alla mamma. Le impronte le prendevano anche ai bambini. Dentro c'erano i poliziotti che annotavano le generalità, la presenza di tatuaggi, da quanto tempo stavamo in Italia, il campo di provenienza e scrivevano anche la nazionalità».
Esiste la concreta possibilità che negli ultimi due anni le procedure di fotosegnalamento, che hanno riguardato più di 5000 rom a Roma, abbiano permesso la creazione di una banca dati con le informazioni archiviate in un ambiente appositamente realizzato all'interno dell'Ufficio Stranieri della Questura di Roma. Tale procedura si configura come una identificazione e schedatura di massa su base etnica che avrebbe riguardato solo e soltanto le comunità rom.
Per questo, lunedì 16 gennaio 2012 alle ore 11,00 presso la sala della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) a Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 349, l’Associazione 21 luglio illustra i contenuti del Memorandum preparato per il Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale dell’ONU dal titolo “Violazione della normativa nazionale, internazionale e dei diritti fondamentali dei rom e dei sinti da parte delle autorità italiane nella procedura di richiesta protezione internazionale e nella raccolta di rilievi dattiloscopici e fotografici nella città di Roma”. Alla presentazione, moderata dalla giornalista Bianca Stancanelli, parteciperanno Carlo Stasolla, Andrea Anzaldi, Aurora Sordini.
Al termine della presentazione verranno illustrate le azioni legali intraprese dall’Associazione 21 luglio. Per prenotazioni scrivere a: segreteria@21luglio.com. Sito web: http://www.21luglio.com/
Nessun commento:
Posta un commento