E se la paura nascesse in redazione? Se alla base dei nostri timori ci fosse proprio l’uso di parole come “vu cumprà” e “clandestino” o la scelta di raccontare l’immigrazione in modo bellico, come “invasione” e “assedio”? E’ un dubbio inquietante ma che vale la pena di affrontare come ha fatto Giulio Di Luzio, giornalista e collaboratore del Corriere del Mezzogiorno, nel suo ultimo saggio “Brutti, sporchi e cattivi. L’inganno mediatico sull’immigrazione” (Ediesse editore, 2011).Sui Rom, invece, si catalizza da sempre ogni stereotipo, persino menzogne, su un loro presunto “nomadismo” o “propensione a delinquere”. Una vera e propria campagna discriminatoria, derivata dalle politiche securitarie. Parlare solo di “emergenza sbarchi” e di “clandestini”, invece di interrogarsi sulle ragioni delle migrazioni non è neutrale. Scarse sono le inchieste sui lavoratori immigrati regolari (la grande maggioranza), nelle fabbriche e nelle scuole e sulle loro culture. E gli stessi migranti raramente vengono utilizzati come “fonti”. Il risultato è un racconto distorto che nega l’oggetto stesso di cui si sta parlando. da Diversa Mente di Flore Murard-Yovanovitch, leggi tutto l'articolo...
Nessun commento:
Posta un commento