giovedì 18 ottobre 2012

Mario Monti: "La crisi può avere ricadute xenofobe, serve la memoria per costruire il futuro"

“La crisi può avere ricadute anche nella convivenza civile: penso alle spinte xenofobe che emergono in formazioni politiche di alcuni Paesi europei”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervenendo alla commemorazione del rastrellamento del Ghetto di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943, ad opera dei nazifascisti. Monti rileva, infatti, “violenza ed ostilità diffuse verso i Rom e - ha aggiunto - ricordo come ancora oggi il genocidio di Rom e Sinti sia dimenticato. E’ intenzione del governo, e mia personale, di portare questi temi al livello, non solo dei consessi internazionali, ma dei capi di Stato e di governo”.

Ricordando il rastrellamento del Ghetto di Roma, Monti ha poi spiegato: “quel 16 ottobre furono deportate oltre mille persone e, per gli ebrei, cominciò un tempo doloroso in cui si vide il coraggio di molti romani che, a rischio della vita, aiutarono e nascosero i loro concittadini di origine ebraica, ma si videro anche esempi di viltà, di chi collaborò con i nazifascisti e di chi vendette gli ebrei ai loro carnefici”.

“La memoria non è una condizione accessoria - ha ammonito il presidente del Consiglio - ma è strumento per interpretare il presente e costruire il futuro”. In questo senso, Monti ha voluto ricordare la figura di chi, scampato all’orrore dei campi di sterminio, si è assunto la responsabilità di raccontare: “voglio ricordare Shlomo Venezia, a cui è dedicata la giornata di oggi e che è scomparso nei giorni scorsi. Ormai da molto tempo la data del 16 ottobre fa parte di una memoria condivisa”.

Non è poi sfuggita al presidente del Consiglio la folta rappresentanza di immigrati presenti questa sera al Portico d’Ottavia, in piazza 16 ottobre 1943. “Ci sono oggi tanti italiani di nascita, ma tantissimi di adozione. Il vostro essere qui mi da una speranza diversa nel futuro. Oltretutto, l’attentato di Tolosa ci dice che il pericolo non è scongiurato definitivamente, ma noi non vi lasceremo soli, nemmeno davanti ai tentativi di revisionismo e minimizzazione dell’Olocausto”.

“Nel momento in cui completiamo il pinnacolo più alto della cattedrale dell’integrazione europea, con l’euro, e l’Unione europea riceve il premio Nobel per la Pace non possiamo pensare che questa stessa cattedrale possa avere le fondamenta erose a causa della disintegrazione e disgregazione”.

Sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria di quei giorni, il presidente del Consiglio ha spiegato: “fare memoria significa anche assumersi delle responsabilità. L’Italia è un grande Paese, ma a volte lo si dimentica. Oggi è una occasione per rilanciare un patto di convivenza e un patto di integrazione”. “Per questo - ha aggiunto - ho voluto un ministro dell’Integrazione nel mio governo, nella persona di Andrea Riccardi. Ed è sempre per questo che ho voluto un ministro della Coesione, Fabrizio Barca. Coesione e integrazione - ha concluso Monti - devono essere parole preziose”.

“Quanto avvenuto il 16 ottobre - ha continuato Monti - è stato non solo un tentativo di eliminare la comunità ebraica più antica dell’Occidente, ha avuto anche un obiettivo ben più radicale e ambizioso nella sua perversione. In quel frangente tanti romani non ebrei hanno offerto il loro aiuto, molti mossi per istinto di umanità, altri per fede cristiana. Questo dimostra che anche nei momenti più difficili di una città il bene non viene mai sacrificato definitivamente. Ancora oggi, dopo la Shoah, l’odio razziale assume forme di violenza e disprezzo contro il diverso. E voglio concludere citando Primo Levi: chi nega Auschwitz è pronto a ripeterlo”. da Quotidiano Net

Nessun commento: