mercoledì 6 marzo 2013

Rom e Sinti, Strategia nazionale al via ma il Nord Italia disattende gli impegni

La Conferenza delle Regioni e delleProvince autonome ha approvato nel corso della seduta del 24 gennaio un documento in cui si impegnano a costituire tavoli regionali per il coordinamento degli interventi locali nell’ambito della Strategia nazionale di inclusione dei rom, sinti e caminanti. Ma la Lombardia, il Piemonte e il Veneto non hanno ancora ottemperato agli impegni presi.

Il documento approvato è stato inviato a tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome prevede la costituzione di tavoli regionali per il coordinamento degli interventi locali nell’ambito della strategia nazionale di inclusione dei rom, sinti e caminanti

Con la Comunicazione n. 173 del 5 aprile 2011, recante “Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom e dei sinti fino al 2020”, la Commissione Europea ha affermato l’improcrastinabile esigenza di superare la situazione di emarginazione economica e sociale della principale minoranza d’Europa.

Muovendo dalla considerazione che l’inclusione dei rom e dei sinti comporterà non solo vantaggi sociali, ma effetti positivi sul piano economico sia per i i sinti e i rom, sia per le comunità di appartenenza, le istituzioni europee hanno sollecitato gli Stati membri all’adozione di una Strategia globale per la loro integrazione e per il sostegno di alcuni specifici obiettivi di rilevanza primaria: accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio.

In tale contesto, è stata elaborata la Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti sulla quale il 22 maggio scorso la Commissione Europea si è espressa positivamente, invitando gli Stati membri dell’Unione ad attuare misure adeguate per migliorare l’integrazione economica e sociale dei Rom in Europa.

Nella Strategia nazionale sono stati, quindi, individuati quattro assi di intervento al fine di favorire l’inclusione sociale delle popolazioni sinte e rom: istruzione, lavoro, salute e casa.

In particolare, la Strategia prevede nel settore dell’istruzione l’aumento delle opportunità educative, del numero degli iscritti a scuola, “favorendo la frequenza, il successo scolastico e la piena istruzione”, anche attraverso processi di pre-scolarizzazione, puntando sulla partecipazione dei giovani all’istruzione universitaria, all’alta formazione e alla formazione-lavoro anche mediante prestiti d’onore, borse di studio e altre agevolazioni previste dalla legge.

Per quanto concerne il lavoro, il citato Documento pone al primo posto la promozione della formazione professionale e l’accesso al lavoro, la regolarizzazione del lavoro irregolare o precario, lo sviluppo imprenditoriale, la promozione del lavoro autonomo e di percorsi di inserimento specifici per donne e under 35 anni.

In ordine alla salute, l’obiettivo centrale della Strategia è l’accesso ai servizi sociali e sanitari sul territorio, l’implementazione della prevenzione medico-sanitaria con particolare attenzione a donne, ragazzi, anziani e disabili con interventi mirati a favorire la salute riproduttiva e coinvolgere i servizi sociali nei programmi di cura medica, anche mediante l’inserimento di mediatori culturali.

Sul fronte casa, il testo indica come priorità anche quella di “aumentare l’accesso a un ampio ventaglio di soluzioni abitative in un’ottica partecipativa di superamento definitivo di logiche emergenziali e di grandi insediamenti monoetnici, nel rispetto delle opportunità locali, dell’unità familiare e di una strategia fondata sull’equa dislocazione”.

Al fine di perseguire le suddette finalità, la Strategia - oltre ai Tavoli nazionali - prevede l’opportunità di costituire i Tavoli Regionali, coordinati dalla figura istituzionale regionale direttamente competente per materia, che prevedano la partecipazione degli altri uffici regionali interessati, nonché la partecipazione di rappresentanti delle amministrazioni periferiche statali, dell’insieme degli enti locali (Province e Comuni) a partire da quelli più direttamente interessati, unitamente al coinvolgimento delle associazioni e degli enti della società civile impegnati nella tutela delle comunità rom, sinte e caminanti.

In particolare, i Tavoli Regionali dovrebbero avere il compito di sensibilizzare le autorità comunali e provinciali e monitorare l’attuazione della Strategia a livello locale. I Tavoli costituiranno il luogo di elaborazione di Piani locali che verranno sperimentati, in via prioritaria, nei territori in passato ricompresi nella gestione emergenziale (Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Veneto), nelle regioni che vivono specifiche problematiche di esclusione sociale delle comunità rom e presso le città delle Regioni rientranti nelle priorità dell’Obiettivo Convergenza della programmazione dei fondi strutturali 2007-2013.

Inoltre, in vista della prossima programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 e dell’esigenza di un coordinamento degli interventi che, a livello locale e regionale si potranno predisporre per l’inclusione di rom e sinti, il Tavolo regionale avrà un importante ruolo di programmazione e orientamento della progettazione locale su fondi strutturali, che prevede una specifica priorità tematica rivolta all’inclusione delle suddette comunità, di monitoraggio degli interventi, canalizzazione dell’informazione e valutazione degli sforzi profusi.

In considerazione di quanto sopra, le Regioni si impegnano ad attuare la strategia nazionale in ambito regionale e di promuovere la costituzione dei tavoli di lavoro regionali, comunicando all’UNAR (segreteriaunar@governo.it; tel 06/67792267) entro il 28 febbraio 2013 il nominativo del Coordinatore e la composizione del Tavolo. Ad oggi alcune Regioni, in particolare quelle del Nord Italia (Lombardia, Veneto e Piemonte) non hanno ancora comunicato il nominativo del Coordinatore e la composizione del Tavolo.


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