Al convegno, presieduto dal presidente
della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei
diritti umani Luigi Manconi, ha partecipato anche il Ministro per
l’Integrazione Cécile Kyenge, al cui dicastero appartengono le
competenze in materia di politiche rivolte a rom e sinti in Italia.
I lavori del convegno sono stati
l’occasione per la presentazione di due disegni di legge da parte
del senatore Francesco Palermo, eletto alla scorse elezioni politiche
nel collegio uninominale di Bolzano. Il primo disegno di legge
prevede la ratifica e l’esecuzione della “Carta europea delle
lingue regionali o minoritarie”, firmata a Strasburgo il 5 novembre
1992, proponendo in questo modo di includere anche la minoranza rom e
sinta tra quelle da tutelare dal punto di vista linguistico e
culturale; il secondo disegno di legge si intitola invece “Norme
per la tutela e le pari opportunità della minoranza dei rom e dei
sinti”.
Le comunità rom e sinte in Italia, in
quanto “sprovviste di territorio”, non sono state fino ad oggi
riconosciute a livello normativo come minoranze culturali e
linguistiche e, pertanto, non sono state incluse tra quelle tutelate
dalla Legge del 15 dicembre 1999 n. 482 “Norme in materia di tutela
delle minoranze linguistiche storiche”. Tale legge riconosce dodici
minoranze la cui lingua e cultura è tutelata: dai 1.300.000 sardi
fino ai 2.100 croati che vivono in tre comuni del Molise.
Già in passato il Comitato dei
Ministri dell’Educazione dell’Unione Europea, con la risoluzione
153/89 del 22 maggio 1989, nel dare indicazioni per una corretta
scolarizzazione dei bambini rom, sosteneva che si dovesse tenere
conto del fatto che «la loro cultura e la loro lingua fanno parte da
più di mezzo millennio del patrimonio culturale e linguistico
europeo».
Affermazione ribadita anche dal
Parlamento europeo nel 1994 con la “Risoluzione sulla situazione
dei rom nella comunità” (A3-0124/94), in cui si riconosce «che il
popolo Rom è una delle minoranze più importanti dell’Unione
Europea», per cui vanno tutelate «la lingua e gli altri aspetti
della cultura rom come parte integrante del patrimonio culturale
europeo»; e quindi si «raccomanda ai governi degli Stati membri di
completare la Convenzione europea dei diritti umani con protocollo
aggiuntivo sulle minoranze, nel quale la definizione di minoranza
possa comprendere i rom in forma esplicita, attraverso un riferimento
alle minoranze che non abbiano un territorio proprio».
Nessun commento:
Posta un commento