Così Gianni Fava intervenendo al
convegno sul tema tenutosi oggi a Milano. L'assessore alla Cultura
della Lombardia ha sottolineato: "Il processo attuale di
presidio va sostenuto". Trecentottandadue giostre che servono
circa 105.000 persone, per una presenza annua in 8.000 fiere paesane.
E', in sintesi, il ritratto delle piccole giostre in Lombardia, ovvero
l'insieme delle attività dello spettacolo viaggiante, che, oltre
alla rivitalizzazione delle piazze comunali, comprende le
tradizionali piccole attività di spettacolo gestite in particolare da appartenenti alle minoranze linguistiche sinte e destinate in particolare
ai più piccoli, dai tratti fortemente identitari per la tradizione
lombarda.
"Attività di nicchia - ha detto
l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo,
oggi, in apertura dei lavori del convegno 'Spettacoli tradizionali
delle giostre in Lombardia: sicurezza e valorizzazione delle attività
verso Expo 2015' - e di qualità, frutto di attività che assicurano
il mantenimento di un presidio fondamentale nei piccoli paesi: se le
giostre abbandonano i nostri piccoli centri, le piazze dei piccoli
centri rimangono vuote e perderanno sempre di più il loro carattere
di incontro e sicurezza”
Una realtà economica particolarmente
articolata, ma dal valore limitato - 350 mila di euro circa quello
del fatturato annuo -, a cui il consumatore riserva, però, grande
attenzione per le caratteristiche di tipicità e qualità. Un
"patrimonio" che, al pari di tutta la cultura lombarda,
deve però soddisfare requisiti di sicurezza delle attrazioni
codificate dai regolamenti comunitari. "Un tema complesso, su
cui occorre intervenire – ha aggiunto l'assessore -, per
salvaguardare attività tradizionali e perché queste siano
considerate attività di presidio territoriali e di mantenimento di
attività umane in aree marginali".
Una delle principali preoccupazioni per
chi lavora in ambiti difficili, ma non solo, è rappresentata dalla
burocrazia e dai controlli. "In realtà - ha osservato Fava -
questo atteggiamento è frutto di un pregiudizio psicologico, ma ha
comunque un effetto importante. La grande sfida, perciò, per chi fa
controlli in contesti spesso difficili da raggiungere - ha
specificato l'assessore -, è trovare equilibrio tra le due
componenti, affinché chi vive quella realtà non la consideri un
problema in più". Del resto, il sistema dei controlli in
Lombardia è particolarmente avanzato, anche nello spettacolo viaggiante: il 99 per
cento delle 382 piccole giostre censite nel 2012 è stato
controllato, con punte del 100 per cento tra Bergamo (67), Brescia
(52), Como (23), Sondrio (146) e Valcamonica (64) e del 93 per cento
in provincia di Lecco (30 giostre).
"In una prospettiva, quella di
Expo 21015, in cui in Lombardia si parlerà di cultura - ha detto
l'assessore regionale - vogliamo presentarci con la nostra
tradizionale cultura dello spettacolo viaggiante e le eccellenze
tipiche di questi territori europei. Un modello che vogliamo sia
accettato e condiviso - ha insistito Fava -. Non credo che nello
spettacolo viaggiante torneranno grandi numeri in termini
occupazionali, ma il processo attuale di 'presidio' va sostenuto,
affinché che va su una giostra sia tutelato sotto il profilo della
sicurezza, oltre che della qualità". Nell'ambito della
pianificazione dei prossimi sette anni lo spettacolo viaggiante sarà
centrale. "Come Regione Lombardia - ha concluso Fava
-investiremo tra il 30 e il 40 per cento di tutta la programmazione
regionale: se è vero che la cultura dei grandi numeri sta altrove,
quella dello spettacolo viaggiante dà garanzie sulla gestione del
territorio". da AgroNotizie
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