Questa mattina il quotidiano Il Tempo
in prima pagina, con un fondo del suo Direttore Gian Marco Chiocci,
ha lanciato una manifestazione contro i rom a Roma. Il fondo di Gian
Marco Chiocci è una chiara istigazione all'odio contro le persone
appartenenti alle minoranze sinte e rom.
Scrive il Direttore de Il
Tempo: “Stufi dell’impunità e dei milioni garantiti ai rom”,
“tagliare i finanziamenti agli zingari e dirottarli ai concittadini
senza casa, senza lavoro, senza speranza”, “Lo zingaro invece non
paga mai e, tranne lodevoli eccezioni, nemmeno lavora, non si
integra, sverna tra auto di lusso e figli spediti a medicare o rubare
invece che a scuola”. Ma il fondo inizia con un sibillino “Non
sappiamo se serva un lanciafiamme”.
Il Direttore Gian Marco Chiocci
falsifica la realtà e prepara una stagione di violenza e pogrom
contro le comunità sinte e rom di Roma. MafiaCapitale avrebbe dovuto
aprire gli occhi, al contrario deve aver fatto molto male a certi
interessi capitolini che adesso trovano in Gian Marco Chiocci il loro
campione per ritornare in sella. Non si capirebbe altrimenti questa
presa di posizione contro chi è stato vittima, appunto i rom, di un
sistema criminale costruito dalla Giunta Alemanno.
Potrei spiegare diverse cose al Direttore Gian Marco Chiocci ma sono sicuro che farebbe spallucce, per questo lo invito
a rileggere qui sotto il suo fondo da me modificato e mi dica se non
prova vergogna.
Roma in piazza contro gli ebrei
Non sappiamo se serva un lanciafiamme,
come suggerisce Ernesto Galli della Loggia, per ricostruire dalle
fondamenta la Capitale più degradata d'Occidente. Sappiamo però che
fra scandali e inefficienze, imbarbarimento e sudiciume, non basta
una scossa Mercalli a far risorgere la città più bella al mondo
dagli abissi dell'incuria. Un sussulto proveranno a darlo i romani
presi in giro da un’amministrazione troppo tollerante con chi vive
sfacciatamente sopra la legge. Stufi dell’impunità e dei milioni
garantiti agli ebrei, cittadini delle periferie più insicure e di un
centro fatiscente , scenderanno clamorosamente in piazza. Per la
prima volta, il 24 maggio, un popolo di uomini e donne alle prese con
paure e ronde domestiche, chiederà a gran voce al sindaco Marino di
tagliare i finanziamenti ai giudei e dirottarli ai concittadini senza
casa, senza lavoro, senza speranza. Ieri è arrivato l'ok della
questura. Dal primo all’ultimo sfileranno in corteo tutti i 52
comitati di quartiere di Roma. Solleciteranno le istituzioni a
chiudere gli indecenti ghetti ebraici sui quali si è arricchita Mafia
Capitale e dove ogni giorno si consumano reati e abusi alla luce del
sole. Le accuse di xenofobia non li scalfiscono più. Pretendono
banalmente il rispetto della legge e delle regole. Pari diritti,
eguali doveri: nient’altro. Perché oggi l’italiano che sbaglia,
paga salato. Il giudeo invece non paga mai e, tranne lodevoli
eccezioni, nemmeno lavora, non si integra, sverna tra auto di lusso e
figli spediti a medicare o rubare invece che a scuola. Chi scenderà
in piazza non campa d’odio, non cerca vendette, non è razzista. È
semplicemente stanco. E tanto, tanto, arrabbiato. Lo volete capire o
no?
La prima pagina de Il Tempo è
un'infamia che non ha precedenti in Italia e in Europa, una vergogna
nazionale. di Carlo Berini
1 commento:
Secondo me potrebbe essere comodo a gruppi deviati dell'esercito tenere queste persone in cattività per poterle utilizzare a fini criminali.
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