giovedì 2 aprile 2015

Roma, il Tempo falsifica la realtà e prepara una stagione di violenza contro i rom

Questa mattina il quotidiano Il Tempo in prima pagina, con un fondo del suo Direttore Gian Marco Chiocci, ha lanciato una manifestazione contro i rom a Roma. Il fondo di Gian Marco Chiocci è una chiara istigazione all'odio contro le persone appartenenti alle minoranze sinte e rom.

Scrive il Direttore de Il Tempo: “Stufi dell’impunità e dei milioni garantiti ai rom”, “tagliare i finanziamenti agli zingari e dirottarli ai concittadini senza casa, senza lavoro, senza speranza”, “Lo zingaro invece non paga mai e, tranne lodevoli eccezioni, nemmeno lavora, non si integra, sverna tra auto di lusso e figli spediti a medicare o rubare invece che a scuola”. Ma il fondo inizia con un sibillino “Non sappiamo se serva un lanciafiamme”.

Il Direttore Gian Marco Chiocci falsifica la realtà e prepara una stagione di violenza e pogrom contro le comunità sinte e rom di Roma. MafiaCapitale avrebbe dovuto aprire gli occhi, al contrario deve aver fatto molto male a certi interessi capitolini che adesso trovano in Gian Marco Chiocci il loro campione per ritornare in sella. Non si capirebbe altrimenti questa presa di posizione contro chi è stato vittima, appunto i rom, di un sistema criminale costruito dalla Giunta Alemanno.


Potrei spiegare diverse cose al Direttore Gian Marco Chiocci ma sono sicuro che farebbe spallucce, per questo lo invito a rileggere qui sotto il suo fondo da me modificato e mi dica se non prova vergogna.

Roma in piazza contro gli ebrei
Non sappiamo se serva un lanciafiamme, come suggerisce Ernesto Galli della Loggia, per ricostruire dalle fondamenta la Capitale più degradata d'Occidente. Sappiamo però che fra scandali e inefficienze, imbarbarimento e sudiciume, non basta una scossa Mercalli a far risorgere la città più bella al mondo dagli abissi dell'incuria. Un sussulto proveranno a darlo i romani presi in giro da un’amministrazione troppo tollerante con chi vive sfacciatamente sopra la legge. Stufi dell’impunità e dei milioni garantiti agli ebrei, cittadini delle periferie più insicure e di un centro fatiscente , scenderanno clamorosamente in piazza. Per la prima volta, il 24 maggio, un popolo di uomini e donne alle prese con paure e ronde domestiche, chiederà a gran voce al sindaco Marino di tagliare i finanziamenti ai giudei e dirottarli ai concittadini senza casa, senza lavoro, senza speranza. Ieri è arrivato l'ok della questura. Dal primo all’ultimo sfileranno in corteo tutti i 52 comitati di quartiere di Roma. Solleciteranno le istituzioni a chiudere gli indecenti ghetti ebraici sui quali si è arricchita Mafia Capitale e dove ogni giorno si consumano reati e abusi alla luce del sole. Le accuse di xenofobia non li scalfiscono più. Pretendono banalmente il rispetto della legge e delle regole. Pari diritti, eguali doveri: nient’altro. Perché oggi l’italiano che sbaglia, paga salato. Il giudeo invece non paga mai e, tranne lodevoli eccezioni, nemmeno lavora, non si integra, sverna tra auto di lusso e figli spediti a medicare o rubare invece che a scuola. Chi scenderà in piazza non campa d’odio, non cerca vendette, non è razzista. È semplicemente stanco. E tanto, tanto, arrabbiato. Lo volete capire o no?

La prima pagina de Il Tempo è un'infamia che non ha precedenti in Italia e in Europa, una vergogna nazionale. di Carlo Berini




1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo me potrebbe essere comodo a gruppi deviati dell'esercito tenere queste persone in cattività per poterle utilizzare a fini criminali.