martedì 15 marzo 2016

Milano, via Idro: il comunicato della ReteRom

Lo sgombero del campo regolare di via Idro. Una vittoria di Pirro
Siamo in campagna elettorale e, come il mattino dopo la notte, arriva inevitabile la caccia al rom. Niente di più facile e di conveniente, e anche di vigliacco. Un popolo abituato da secoli alla persecuzione non si ribella, si piega e cerca altrove un posto e sopravvive. In attesa della prossima campagna che sfoghi su di lui pregiudizi, malesseri e disagio di una società che non sta tanto bene e certo non per colpa sua.
A Milano la tradizione prevede che alla vigilia delle elezioni l’amministrazione uscente chiuda un campo. Lo ha fatto la Moratti con il campo regolare di via Triboniano. Ora lo fa Granelli, assessore alla sicurezza, con il campo regolare di via Idro. Certo, non è un bel precedente visto che la Moratti nonostante ciò ha perso le elezioni.

A parte questo, quali sono le altre ragioni dello sgombero del campo regolare di via Idro? C’è un problema di esondazioni del Lambro? E se ne sono accorti dopo 26 anni? C’è un problema di legalità e se ne sono accorti dopo che le denunce degli stessi abitanti del campo sono andate a vuoto per anni, o c’è ancora la concezione nazista della colpa collettiva?
L’intervento del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, le migliaia di adesioni di cittadini europei all’appello di ERGO, il network europeo di associazioni rom e non rom, l’intervento dell’European Rom Right Center, le posizioni dei cittadini e del Consiglio di zona contro le modalità di questo sgombero che non offrono alternative, tutto ciò non ha avuto effetto. Anzi, l’assessore alla sicurezza lo considera una vittoria e addirittura un modello da applicare anche agli altri campi regolari di rom italiani.
Ma una vittoria di chi e di cosa? È una vittoria sradicare dalle loro case e dal loro quartiere un centinaio di cittadini italiani che da 26 anni vi vivevano regolarmente per consegnarli a un futuro di precarietà? È una vittoria che ai bambini - che sono la maggioranza e vanno dai 7 giorni in su e che non hanno fatto niente di male - si distruggano le case, si disperdano le cose, si tolgano gli amici e i compagni di scuola, come fossero vittime di una qualche calamità? Che futuro li aspetta nei centri di emergenza dove potranno stare solo pochi mesi?
Forse l’assessore alla sicurezza crede che l’insicurezza si combatte con la stessa insicurezza come fosse un vaccino, ma dovrebbe sapere che l’insicurezza genera solo altra insicurezza per chi è reso precario e per la società che gli sta intorno.
Forse invece l’assessore alla sicurezza misura la sua vittoria sul confronto “politico”. E qui certo vince: il feroce Salvini promette uno sgombero al mese, magari fosse vero, visto che in questi ultimi due anni i rom ne hanno subiti 1,3 al giorno!
In realtà la vittoria dell’assessore alla sicurezza è una vittoria di Pirro, perché dopo 5 anni e oltre 5 milioni di euro investiti la discriminazione e il pregiudizio insieme con la condizione sociale e di inclusione dei rom di Milano sono gravemente peggiorati. Chi si può vantare di questo bilancio?

Le associazioni della ReteRom Milano
Amici di via Idro, Associazione ApertaMente, Associazione UPRE ROMA, GRT Italia, Consulta Rom e Sinti di Milano, NAGA, Opera Nomadi Milano

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