giovedì 26 gennaio 2017

Il Giorno della Memoria, la testimonianza di Dolores Carboni

A poche ore da Il Giorno della Memoria pubblichiamo un estratto della testimonianza di Dolores Carboni (in foto), sinta mantovana, testimone del Porrajmos. Dolores è nata a Pegognaga (MN) nel 1916 ed è morta a Mantova nel 2008. Dolores è stata insignita dal Sindaco di Mantova dell'Edicola di Virgilio il 27 gennaio 2005.

Sono nata il 29 gennaio del 1916. Brutta gente erano i fascisti, facevano del male ai sinti. Ci sono stati buttati dei miei fratelli in Germania e ringraziando Dio sono venuti a casa. Ormai, però, sono morti tutti e due. Si chiamavano Suffer Catullo che portava il nome del papà e Zinberger Oliviero. In Germania ci sono stati nel '43. Sono stati trattati male, trattati come i cani. Ci han tagliato tutti i capelli, trattati male.

Io non sono stata in campo di concentramento, ringraziando Iddio, ma quelli che sono andati erano trattati male. Anche nei campi in Italia. Erano trattati male anche in Italia, da quella brutta razza di fascisti, quella brutta discendenza.

Li hanno buttati dentro ad un casotto, i miei fratelli, e là non ci davano neanche l'acqua da bere, domandavano l'acqua e non ce la davano. Mio fratello lo hanno tirato fuori per tenere l'ordine a tutti, per tenere l'ordine per gli altri. Non ci davano neanche l'acqua da bere. E' una brutta razza quella fascista.

Tanti dei nostri sono stati ammazzati e ci hanno fatto di tutto. Dei nostri. Li torturavano. Gli hanno tirato via le unghie dei piedi, le unghie delle mani. Torturavano i nostri italiani, i nostri sinti, li torturavano quella brutta razza. Ci tiravano via le unghie delle mani e dei piedi! Li portavano anche nei campi di concentramento.


I campi di concentramento erano a Bolzano, Merano, anche a Milano, li tenevano chiusi dentro una gabbia, un capannotto, e poi ci facevano peggio che Ravetta, quella brutta razza di fascisti italiani. Anche delle donne portavano via. Le facevano di tutto, le violentavano, i fascisti, era una brutta razza, pazienza i tedeschi ma i nostri italiani è una brutta razza.
Di sinti partigiani ce n'erano tanti e andavano a far del male ai fascisti, era una brutta razza i fascisti, erano peggio loro che neanche i tedeschi. Lo dico per verità.

Hanno rischiato, hanno fatto tanto i nostri. Mio fratello si chiamava Zinberger Giovanni. Ha combattuto a Bolzano contro i fascisti, nel '44. Ha combattuto mio fratello. Per difendere i sinti. Ce n'era tanta di gente, non mi ricordo mica il nome, di sinti che combattevano i fascisti. Erano dei sinti, si. Hanno fatto anche loro la loro parte.

Ma poi, alla fine, li hanno attaccati lì a Loreto, a Milano. Io c'ero. Li hanno attaccati via tutti. Mussolini e tutto il suo seguito. Sono stati lì tre... quattro giorni attaccati via, coi piedi li hanno attaccati via, nel '45.

La sua testimonianza integrale è presente nel volume “Porrajmos, la persecuzione razziale dei rom-sinti durante il periodo nazi-fascista” di Virginia Donati, pubblicato a Mantova nel 2003 dall'Istituto di Cultura Sinta.

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