Uno “scoop” delle Iene ha portato
alle dimissioni del direttore dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Etniche e Razziali che dipende dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri. Immediatamente è partita una campagna
strumentale e molto pericolosa che rischia di buttare il bambino con
l’acqua sporca: con la scusa di denunciare il presunto illecito di
un’associazione vincitrice di un bando UNAR si vuole chiudere un
ente che è l’unico che ha la funzione e le risorse per contrastare
le molte, troppe discriminazioni cui sono vittime in questo Paese le
minoranze a cominciare da quelle di origine etnica.
L’associazione che ha partecipato al
bando è composta da 70 circoli ciascuno dei quali svolge una propria
autonoma attività che può piacere o non piacere, ma che non ha
nulla a che vedere con il progetto vincitore del bando ed è quindi
strumentale mettere in relazione le due cose. Se il partito X
finanzia con soldi pubblici le proprie strutture e il circolo di
Peretola commette illeciti, si colpiscono gli illeciti accertati di
Peretola ma non sarebbe ammissibile che si pretendesse lo
scioglimento di quel partito. L’esempio non è casuale perché se
questa fosse la logica ora non avremmo più partiti in Italia,
neppure quelli che ora chiedono a gran voce la chiusura dell’UNAR.
Costoro che chiedono la chiusura
dell’UNAR – pur sapendo benissimo che non è possibile in quanto
frutto di una direttiva europea- sono tutti uniti a costruire le
proprie fortune sull’istigazione alla paura e all’odio per tutto
ciò che è considerato diverso ed estraneo, e comunque utile a
essere indicato causa del disagio sociale, dagli immigrati ai rom
agli omosessuali. E sanno bene che la Commissione europea assegna
all’UNAR risorse che devono essere destinate a contrastare la
discriminazione e a sostenere azioni concrete di inclusione sociale.
Se queste azioni andassero a buon fine costoro avrebbero meno
occasioni di raccoglier il voto della paura.
Tanto per fare un esempio che ci
riguarda, Rom e Sinti aspettano da cinque anni l’applicazione delle
politiche di inclusione previste dalla Strategia nazionale di inclusione dei rom, dei sinti e dei camminanti. Questo documento di
circa 100 pagine è stato approvato al Parlamento europeo e dal
Governo italiano nel 2012 e finora è rimasto sostanzialmente
inapplicato nonostante la Commissione europea metta a disposizione
consistenti risorse economiche. L’UNAR, responsabile della sua
l’applicazione, adesso che finalmente ha deciso di occuparsene,
viene bloccato. Se il bando in questione viene annullato, le risorse
dedicate (circa un milione di euro) per l’ennesima volta saranno
restituite alla Commissione europea perché il Governo italiano non è
stato in grado di spenderle nei tempi stabiliti.
Se l’attività dell’UNAR viene
sospesa in attesa di far calare la polvere sull’incidente avvenuto,
di nominare un altro direttore, di fare le elezioni, la stessa cosa
succederà con altri fondi, parte dei quali dedicati all’inclusione
dei rom e sinti, e nessun problema verrà mai risolto. Così per gli
amanti delle ruspe e della speculazione politica sulle disgrazie
altrui, ci saranno sempre i campi rom, le lotte tra i poveri, il
disagio delle periferie.
È bene riflettere sul fatto che
proprio in questo periodo la Commissione europea sta valutando lo
stato attuale di applicazione delle Strategie nazionali in tutti i
Paesi europei. E poi bisogna anche sapere che da tempo sull’Italia
pende il rischio di un’infrazione da parte della Commissione
europea per la segregazione di Rom e Sinti con conseguenze che non
ricadranno soltanto su Rom e Sinti perché a pagare saranno tutti i
cittadini italiani.
Per questo ci appelliamo al Governo
perché le attività dell’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni
Etniche e Razziali non si fermino, ma piuttosto siano finalmente più
efficaci per il bene di tutti.
Dijana Pavlovic, Consulta
Rom e Sinti di Milano; Santino Spinelli, associazione FederArteRom;
Nazzareno Guarnieri, Fondazione Romanì Italia; Paolo Cagna Nichi,
associazione Upre Roma; Davide Casadio, Federazione Rom e Sinti
Insieme; Gennaro Spinelli, associazione FutuRom; Saska Jovanovic
associazione Romni Onlus; Concetta Sarachella, Rowni-Roma Women
Network Italy; Giorgio Bezzecchi, Cooperativa Romano Drom e Museo del
viaggio “Fabrizio De Andre”; Vladimiro Torre, associazione Them
Romanò; Ernesto Grandini, associazione Sinti Italiani di Prato;
Samir Alija e Miguel Lebbiati Fiorello, associazione New Romalen;
Elvis Ferrari, Associazione Sinti Italiani di Piacenza; Carlo Berini,
Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni; Davide Gabrieli,
Associazione Sucar Drom; Claudio Gennari, Associazione Sinti Italiani
di Vicenza; Yuri Del Bar, Istituto di Cultura Sinta; Diego Grisetti,
Associazione Sinti Italiani di Reggio Emilia; Bernardino Torsi,
Cooperativa Labatarpe; Cen Rinaldi, Associazione Sinti Italiani di
Verona; Jose Bianchi, Associazione Sinti Italiani di Busto Arsizio;
Tomas Fulli, Associazione Sinti Italiani di Bologna; Luca Bravi,
Radio Cora; Marco Brazzoduro, associazione Cittadinanza e Minoranze; Demir Mustafa, associazione Amalipe Romano; Simonetta Malinverno Associazione Amici di Via di Django; Gian Luca Magagni, Aizo Rovereto; Alexsander Valentino, Forum Campania Rom.
Per informazioni
Dijana Pavlovic 3397608728 – Carlo
Berini 3456123932
Nessun commento:
Posta un commento