L'associazione Thém Romanò ha inviato
la seguente lettera all'ANPI di Reggio Emilia e all'ARCI provinciale
di Reggio Emilia per denunciare l'inedia della Regione Emilia Romagna
e dei Comuni nell'applicazione della Legge regionale 11/2015 e della
Strategia regionale a favore delle persone appartenenti alla
minoranza linguistica sinta e rom. La lettera è stata consegnata oggi
pomeriggio a Emma Bonino ed è stata inviata a Carlo
Smuraglia, presidente nazionale dell'ANPI e all'Asssessora regionale
Elisabetta Gualmini. L'associazione chiede di essere aiutata a
sostenere l'applicazione dei diritti civili a favore delle persone
appartenenti alla minoranza linguistica sinta.
Siamo i sinti reggiani, quelli che sono
stati nel campo di concentramento di Prignano sul Secchia (MO), che
hanno anche combattuto come partigiani (formazione Corsini).
Lavoriamo prevalentemente nello spettacolo viaggiante, siamo noi che
accendiamo le luci dei luna park, illuminando anche le feste di
partito. Apparteniamo alla più grande minoranza storico-linguistica
europea che è anche la più svantaggiata e stigmatizzata; in Italia
ci sarebbe la strategia di inclusione nazionale per Rom e Sinti
approvata dal governo italiano nel 2012, ma nessuno sembra essersene
accorto, nonostante gli interventi di numerose organizzazioni
internazionali tra cui il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione
Europea.
Non è così nella Regione Emilia
Romagna, dove nel 2015 è stata varata una legge (L.R. 11 del 16
luglio “Norme per l’inclusione sociale di rom e sinti”) che
prevede: “Il superamento delle aree sosta di grandi dimensioni a
favore di una pluralità di soluzioni abitative tra cui le microaree
familiari pubbliche e private”. L’Unione Europea chiede, infatti,
che nel 2020 i “campi nomadi o di concentramento”, gli unici
spazi in cui si può vivere in abitazioni su ruote, siano superati.
La legge regionale, alla cui stesura abbiamo partecipato, purtroppo
non è vincolante per i comuni e sindaci e assessori ci lasciano in
attesa per mesi e anni, oppure ci siamo sentiti rispondere
esplicitamente che applicare la legge danneggerebbe la loro immagine
politica.
Abbiamo sempre vissuto nascondendo la
nostra appartenenza per evitare i pregiudizi, spesso bizzarri e
fantasiosi, che ci inseguono ovunque ma questo non attenua, piuttosto
alimenta l’avversità nei nostri confronti, quando tuttavia
tentiamo di farci conoscere non riusciamo a ottenere spazio per
confrontarci. Anche a FestaReggio, dove avevamo chiesto fosse
presentata la legge, all’iniziale disponibilità si è sostituita
una sostanziale chiusura e ci siamo anche sentiti dire che se ci
rendessimo disponibili all’assimilazione i nostri problemi
potrebbero essere risolti.
In questo periodo storico che vede il
ritorno alla ribalta di razzismo e fascismo, che per nostra
esperienza in questo paese non sono mai stati archiviati, noi non
arretriamo ma non possiamo fare affidamento su politici preoccupati
di assecondare chi cerca un facile colpevole per tutto. Per questo ci
rivolgiamo a chi si è sempre spesa in difesa dei diritti e alle
organizzazioni della società civile, soprattutto ANPI e ARCI, unite,
citando Smuraglia, dalla “comune identità di radici, per
l’appassionato e fattivo sogno di rigenerazione antifascista della
società”. Chiediamo alle associazioni di sostenere attivamente i
diritti riconosciuti in campo internazionale e scritti nella nostra
Costituzione (articoli 3 e 6) e a tutti diciamo, con le parole di
Nelson Mandela: “Ridatevi dignità”.
Il presidente, Vladimiro Torre
Per informazioni 338.9294943 -
339.1049964
Nessun commento:
Posta un commento