Superare i campi nomadi. Dal XIII Meeting Antirazzista di Cecina, il “Comitato Rom e Sinti Insieme” manda un messaggio inequivocabile al Governo e agli Enti locali e consegna al sottosegretario della Solidarietà sociale, Cristina De Luca, un manifesto redatto da sette associazioni di rom e sinti rappresentate dal Comitato.
La prima richiesta, dice Nazzareno Guarnieri, è quella di un cambiamento di metodo: "Basta decidere per noi, serve un maggior coinvolgimento". A partire dalla modifica della legge 482 del 1999 sulle minoranze linguistiche in Italia. Allora rom e sinti vennero esclusi dalla carta. Oggi il cambiamento è vicino, grazie ad una proposta di legge firmata da Mercedes Frias (Rifondazione Comunista), che sarà presentato alla Camera dei deputati già dalla prossima settimana. Uno dei punti fondamentali è poi quello della casa.
"Basta trattare con la retorica della sicurezza un problema che è abitativo", dice il professor Tosi del Politecnico di Milano. Gli fa eco Eva Rizzin: "Non siamo nomadi. Quali possibilità di futuro hanno i bambini dei campi? Quali possibilità hanno bambini regolarmente sgomberati, non accettati a scuola? In Europa - continua Rizzin - c'è una gravissima discriminazione contro noi sinti e rom, e va avanti da secoli. Cinquecentomila rom e sinti sono stati sterminati nella seconda guerra mondiale insieme agli ebrei, ma ancora oggi nessuno riconosce lo sterminio. E ancora oggi ci sono gravi casi di sterilizzazione di donne rom negli ospedali della Slovacchia".
Rizzin, insieme al Comitato chiede quindi un forte intervento per garantire l'alloggio, a partire dall'edilizia pubblica e arrivando alla facilitazione dell'accesso ai mutui, ma chiede anche pari opportunità per la minoranza Rom e Sinti nella sanità, nella scuola, e nel lavoro e nella partecipazione. Ma anche una regolarizzazione dei tanti, spesso in Italia da più generazioni, e ancora sprovvisti di documenti di soggiorno.
Guarnieri propone anche di valorizzare le buoni prassi. "Basta con i campi nomadi, la loro gestione è diventata un business per le associazioni. Non ho mai sentito citare l'Abruzzo e il Molise. In queste due regioni non ci sono mai stati campi nomadi. Eppure in una città come Pescara, con 117.000 abitanti, risiedono almeno 2.000 rom, senza che questo crei un allarme sicurezza".
E contro l'allarme sicurezza, e in particolare contro i patti per la sicurezza siglati tra il ministero degli interni e i sindaci delle maggiori città italiane, si è schierato tutto il Comitato.
Stefano Galieni (Rifondazione Comunista), ha detto: "C'è un tragico consenso sociale creato attorno a risposte discriminatorie e segreganti, assunte come inevitabili dalla politica e dalla stampa". E alla stampa il comitato propone momenti formativi rivolti ai giornalisti, perchè, dice Rizzin, "per superare la discriminazione nei nostri confronti è necessario anche far conoscere le nostre culture e le nostre tradizioni".
Presente al dibattito, il sottosegretario De Luca non ha lasciato spazio a grandi entusiasmi. "Siamo d'accordo sulla superazione dei campi - ha detto - ma il tema della sicurezza non va messo da parte". Ma sulla superazione dei campi il Ministero non ha più di 4 milioni di euro da spendere, concentrati su alcuni progetti pilota in alcune città italiane.
E sui tanto criticati patti per la sicurezza, che solo a Roma daranno vita a 4 maxi campi per 7.000 rom e sinti nelle zone più periferiche della città, oltre il Grande raccordo anulare, De Luca ribadisce: "Vanno rispettate le competenze dei vari Ministeri. Il nostro impegno è che l'impegno per la sicurezza si traduca in un parallelo impegno per l'accoglienza". E nel nome del rispetto delle competenze De Luca ha infine bocciato la proposta del Comitato di istituire un ufficio nazionale di coordinamento tra l'azione dei vari ministeri sulla questione rom e sinti. Prossimo appuntamento Sabato 28 giugno, a Roma, alle 18:00 in un'assemblea pubblica alla festa di Liberazione. (gdg) © Copyright Redattore Sociale
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