Nell'ultimo decennio sono aumentati i crimini legati all'odio: si registra una recrudescenza nei fenomeni di antisemitismo e di violenza contro gay, lesbiche e minoranze etniche (Sinti e Rom). Inoltre, è da sottolineare che per l'Italia mancano dati per l'inesistenza di un sistema di monitoraggio delle discriminazioni. Sono queste le principali conclusioni del Rapporto 2007 realizzato dalla "Human Rights First", una ong che si occupa della difesa dei diritti umani.
Il documento si riferisce agli avvenimenti del 2006, e spiega come i governi europei (in particolare in Francia, Germania, Regno Unito, Federazione Russa e Ucraina) si siano impegnati nel combattere i crimini legati all'odio razziale, anche se è ancora lunga la strada da percorrere.
Nel corso della conferenza di presentazione del rapporto, Maureen Byrnes, direttrice di "Human Rights First", ha osservato che "la violenza motivata da pregiudizi razziali è un serio problema in Europa. Mentre alcuni Paesi, come Francia, Germania e Regno Unito, si sono impegnati a monitorare sistematicamente i crimini, la maggior parte non raccoglie neanche dati che consentano di compilare statistiche. Il che riflette l'indifferenza da parte di molti governi".
Non solo: "Gli Stati europei in particolare devono porre fra le priorità politiche la necessità di combattere i crimini legati all'odio razziale". Secondo "Human Rights First", gli strumenti si trovano nelle mani dei governi europei: le conclusioni del rapporto invitano all'adozione di leggi che prevedano pene adeguate per tali reati, a stabilire dei sistemi ufficiali di monitoraggio dei crimini legati all'odio, e ad adottare una politica di tolleranza zero.
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