Nubi di polvere. Afa. Baracche di legno e case di fortuna in muratura. Tutto intorno legname, rottami, cataste di oggetti e vestiti. Niente acqua, niente verde, soltanto la strada per giocare. All´ingresso del “campo nomadi” della Favorita, una bambina aspetta all´ombra di una tettoia. La sua casa, nella zona musulmana del “campo”, ha un piccolo bagno, un angolo cottura e una camera da letto da dividere con i quattro fratelli, la madre e il padre.
Roberta aspetta che la vengano a prendere per portarla al doposcuola, quello organizzato dall´Arci Sicilia con il progetto "La route". La scuola per quest´anno è finita: lei ha dodici anni ed è stata promossa alla seconda media. Un traguardo difficile da raggiungere per i bambini rom, fra i quali si tocca la percentuale più alta di dispersione scolastica.
Per Roberta, invece, andare a scuola significa essere una ragazzina come le altre, poter imparare a scrivere e a parlare la lingua dei suoi coetanei, in un Paese straniero nel quale vive da quasi otto anni: «Da quando vado a scuola ho imparato l´italiano - racconta - Mi piace molto scrivere, ma sbaglio sempre le doppie. Mi piace passare il tempo con i miei compagni. Almeno a scuola faccio qualcosa e sono in compagnia, quando torno a casa cerco di fare i compiti. Ora che non c´è scuola cerco di esercitarmi per i fatti miei».
Da sei anni, ogni mattina alle sette, i volontari dell´Arci la vanno a prendere al “campo” per accompagnarla a scuola, a piedi. Dopo le elementari alla Collodi, Roberta adesso frequenta la scuola media Pecoraro, dove spera di diplomarsi fra due anni. Adora la musica e si diletta nel canto: «Quest´anno, alla fine delle lezioni, abbiamo fatto una recita di teatro - racconta - È stato molto divertente, ho imparato tutta la parte a memoria, mi sono truccata e vestita da uno dei nanetti di Biancaneve. Era una recita sulle favole, è stato molto bello». Continua a leggere...
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