mercoledì 1 agosto 2007

Pavia, nessuna preoccupazione per i Rom ma tanta preoccupazione per un monumento di archeologia industriale

E se i rom avessero occupato la Chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro, il Broletto o il Ponte Coperto? Ecco cosa ti domandi, nel vedere a Pavia le macerie di quello che era fino a ieri uno dei monumenti di archeologia industriale più affascinanti d'Italia: l'antico stabilimento della Snia Viscosa. Demolito dalle ruspe perché il sindaco diessino non sapeva più cosa fare per cacciare gli «zingari» che avevano occupato l'area.
C'è chi dirà: non era mica il Colosseo! Non era mica una cappella gotica! Non era mica un castello medievale! Verissimo. È la tesi dello scrittore Mino Milani, autore del romanzo «Fantasma d'amore» dal quale Dino Risi trasse il film omonimo con Marcello Mastroianni: «La necessità di abbattere la Snia trascende dalla storicità degli edifici. Non si tratta di chiese o monumenti, ma di ruderi abbandonati da decenni».
Opinione condivisa giorni fa sul Corriere da Pietro Trivi, consigliere comunale di Forza Italia: «Che valore storico possono avere dei vecchi capannoni trasformati dai rom in una bidonville? Per la città quella ex fabbrica è solo un buco nero che crea problemi ai residenti». Verissimo anche questo.
Come è sempre successo nella storia (si pensi alle rovine della reggia di caccia dei Savoia a Venaria Reale che sta per essere restituita al suo splendore ma che fu a lungo occupata negli anni del boom economico da immigrati veneti e siciliani, pugliesi e romagnoli) gli antichi capannoni, scrostati e crepati e aggrediti dalla vegetazione, erano stati invasi negli ultimi tempi da un numero crescente di rom.
I quali si erano adattati a vivere in condizioni spaventose. Niente servizi igienici. Bambini abbandonati tra le macerie. Avvisaglie di una ripresa di quella tubercolosi che pareva sconfitta da decenni. Accumulo di quintali e tonnellate di immondizia. Un degrado progressivo e apparentemente inarrestabile. Continua a leggere...

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Insomma, in certe aree storiche a volte è più facile demolire tutto e ricostruire a nuovo; però alcuni edifici hanno un valore storico, o perché sono costruiti ad arte, o perché rappresentano un momento della vita del paese. Però, oggi, con le nuove tecnologie, si potrebbero recuperare e arricchire con queste nuove tecnologie. Ad esempio, con le energie alternative: i pannelli solari, l'uso di materiali ecologici; e poi, queste aree di un certo valore o prestigio, lasciate al degrado, sarebbero meglio utilizzate se si facessero dei buoni esempi di raccolta differenziata, di buone pratiche ambientali. Allora proprio grazie alla modernità, queste aree potrebbero riacquistare il valore d'origine. Oltre tutto si parla spesso di mancanza di alloggi; da altre parti, in altre regioni, si parla di autocostruzione, ecc. Se ci fossero i fondi per rimettere a nuovo, con nuove tecnologie, questi posti, beh, sarebbe un vantaggio.

u velto ha detto...

ciao anonimo, concordiamo con te anche se speravamo che nella civile Pavia si potesse affrontare la questione senza cacciare le persone.

Anonimo ha detto...

è sicuramente una scelta civile abbattere questi manufatti di scarso valore artistico-architettonico piuttosto che mantenerli in condizioni fatiscenti. è più che senzato abbatterli piuttosto che recuperarli dati gli alti costi che la collettività dovrebbe sostenere per riportarli ad uno stato vivibile.è sicuramente immorale lasciar vivere delle persone in condizioni igieniche sanitarie disastrose come quelle dei magazzini(come quelle dei campi)non versiamo troppe lacrime inutili,non abbiamo perso molto.penso che sia meglio un container piuttosto che lo snia viscosa....ditelo a questi cazzoni di sinistra

Anonimo ha detto...

che tristezza! per dire che vi spiace siano stati sbaraccati gli abusivi ve ne venite fuori con la storia delle pagine di storia ITALIANA (badate bene, non rom) da recuperare. Adesso un sindaco che butta giù una struttura fatiscente dove, certamente, v'è già in progetto ben altro sarebbe un folle. L'unica follia di quel sindaco è quella di avere inviato con il Prefetto i rom in periferia. Spostarli non elimina il problema ma lo accentua creando solo più campi che crescono a dismisura. Unica soluzione sono le espulsioni: ogni persona che non ha casa e lavoro va espulsa proprio perchè europea. Non mi risulta vi sia una normativa europea che impone ai paesi della comunità di prendersi carico di chi non lavora e non vive nella legalità... o mi sbaglio?

u velto ha detto...

ciao Albertino, sbagli!

la normativa europea è chiara anche se complessa: una famiglia non può essere sbattuta in strada, sopratutto se ci sono minori.

inoltre, ti invito a leggere la direttiva 2204/38/CE (http://sucardrom.blog.tiscali.it//Cittadini_Comunitari__ecco_le_nuove_regole_1732673.shtml) che non è proprio come la sta illustrando Frattini a meza Italia...