"Uno Stato può essere illegale. Ma non può esserlo un gruppo etnico. Uno Stato che tratta un gruppo etnico come portatore di insicurezza e illegalità commette un’ulteriore violazione della legge ed è imputabile di razzismo..."
Da tempo in Italia il discorso istituzionale sul “problema zingaro” utilizza due concetti forti, che paiono nell’immediato dare forza e legittimare, appunto, il meccanismo istituzionale stesso: il rispetto della legalità, e l’elargizione di diritti in cambio di un impegno da parte di chi riceve questi diritti a rispettare determinati doveri. Tali concetti vengono utilizzati strumentalmente, a nostro avviso, per giustificare l’attuale situazione che vede nelle istituzioni stesse le principali responsabili dell’emarginazione di molti rom e sinti.
Riteniamo sia importante soffermarsi su questi due concetti, utilizzati sia dalla destra che dalla sinistra, per sottolineare alcune forti ambiguità che a noi appaiono elementari, ma che continuano ad apparire ai più come argomentazioni ragionevoli a causa del pregiudizio.
In uno stato di diritto tutti i cittadini sono chiamati al rispetto delle leggi. Tuttavia, a seconda dei momenti, le istituzioni e le forze dell’ordine rispettano e fanno rispettare alcune leggi piuttosto che altre. O sono portate a far rispettare le leggi ad alcune frange della popolazione piuttosto che ad altre. Non vi è quindi nella pratica ne un bilanciamento tra il reato e la pena, nè vi è una parità tra persone diverse che commettano un reato. Un esempio eclatante di questo fenomeno è l’esistenza di “campi nomadi” gestiti dalle istituzioni in cui non vengono rispettati i criteri minimi di dignità e di sicurezza. Altri esempi, citati nel rapporto Cittadinanze Imperfette, sono i numerosi abusi commessi, e mai perseguiti, dalle forze dell’ordine ai danni dei rom e sinti.
Il mancato rispetto della legge regionale 54/89 del Veneto, a carattere urgente, da parte dei Comuni è un altro chiaro segnale di questo atteggiamento. L’area che ospita 30 famiglie di rom macedoni a Bolzano è stata costruita sopra una discarica mai opportunamente bonificata, contro tutte le leggi e disposizioni in merito attualmente vigenti.
Gli esempi di istituzioni che non rispettano le leggi e ledono in questo modo i diritti di rom e sinti, sono purtroppo molti. In particolare rispetto a questioni relative a rom e sinti, pare evidente più che in altri contesti, che le decisioni non vengano prese in base alle leggi nè al buon senso, ma vengano dettate dal pregiudizio e dall’irrazionalità. Anche nelle aule di tribunale, spesso i rom e sinti vengono giudicati a priori in base alla loro appartenenza, più che in base all’evidenza raccolta a carico degli imputati. Chiedere specificamente a rom e sinti che si impegnino a rispettare le leggi implica, inoltre, un altro grave pregiudizio. di Lorenzo Monasta, continua a leggere…
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