I Rom sfollati dalla ex Snia hanno trascorso la seconda notte nella palestra attigua al PalaRavizza. Nemmeno ieri la prefettura ha trovato soluzioni a un caso che ha ormai assunto le tinte del grottesco. Nel volgere di poche ore si è passati dall’eventualità di un trionfo politico della giunta Capitelli al rischio di una figuraccia storica, considerando che, tra l’altro, oggi Pavia ospiterà l’inaugurazione del secondo Festival dei Saperi. Tra palazzo Mezzabarba e palazzo Malaspina, anche se nessuno lo dice ufficialmente, la tensione sta salendo a livelli insopportabili. Eppure, dopo la peregrinazione notturna di lunedì, sembrava che il Comune (o meglio, l’assessore Portolan) una soluzione almeno parziale fosse riuscito a trovarla.
Lunedì erano saltate, nell’ordine, quattro soluzioni proposte dalla prefettura per ospitare temporaneamente i 110 rom, 70 adulti e 40 bambini, profughi dalla ex Snia. Carbonara Ticino («era una struttura in corso di demolizione», ha spiegato ieri il prefetto Ferdinando Buffoni), Zerbolò («non era idonea a ospitare persone»), Marcignago (il cascinale individuato non era abbandonato, come si credeva, ma vi abita una signora) e infine Torre d’Isola (i residenti di Santa Sofia, sindaco in testa, hanno bloccato la colonna di camion, bus e auto della polizia).
Ieri mattina, dunque, si ripartiva da zero, con uomini, donne e bambini che, dopo un’odissea di oltre tre ore, avevano trascorso la notte al PalaRavizza. L’assessore alla protezione civile, Roberto Portolan, nel primo pomeriggio aveva trovato una mezza soluzione.
Il Comune, in sostanza, avrebbe anticipato i quattrini dell’affitto per sistemare otto nuclei famigliari (circa 50 persone) in appartamenti situati a Badia Pavese e Casteggio. Il destino delle rimanenti 60 persone sarebbe dovuto uscire da una riunione della protezione civile convocata, per le 15.30, dal prefetto. Invece la situazione è ancora una volta precipitata.
Il sindaco di Badia avrebbe detto al prefetto che non avrebbe concesso la residenza ai rom, impedendo quindi l’allacciamento delle utenze di luce e gas.
A Casteggio, invece, il problema sarebbe stato burocratico. Seguendo la normale trafila ci sarebbe voluto quasi un mese per avere a disposizione gli alloggi. In entrambi i casi un intervento d’autorità del prefetto avrebbe sciolto il nodo. Requisendo le case, infatti, sarebbe stato possibile dare subito un tetto ai rom.
L’assessore Portolan (che da giorni sta seguendo il caso in prima persona) e il vice sindaco Ettore Filippi verso le 17 si sono recati in prefettura per discutere con il rappresentante del Governo. Ma Buffoni, a quanto pare, non avrebbe firmato le ordinanze con cui requisire le strutture per non creare problemi di ordine pubblico nei due comuni interessati. Continua a leggere…
Per seguire costantemente la drammatica situazione entra nello spazio web del Circolo Pasolini di Pavia
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