Una legge firmata da Luciano Uras, capogruppo di Rifondazione, Carlo Sanjust di Forza Italia e Alessandro Frau, Progetto Sardegna e presidente della Commissione Diritti civili indica una serie di interventi regionali (nella disciplina e nelle risorse) e locali (nella gestione) “a favore delle minoranze etniche nomadi” – è stata illustrata alcuni giorni fa in una conferenza stampa.
Riguarda soprattutto le comunità Rom, la cui presenza costituisce un innegabile problema di convivenza (diverse trazioni socio-culturali, diverse abitudini, spesso conflittuali, con le popolazioni ospitanti) e richiede un reciproco impegno per superarlo.
Il nodo da sciogliere – ha detto l’on. Uras – è quello dell’inclusione sociale e del diritto di cittadinanza. I Rom sono cittadini europei (c’è, in proposito, un richiamo dell’Ue), i loro diritti (individuali e di comunità) vanno difesi anche attraverso un “protocollo” di relazioni al quale la proposta accenna, basato sulla corresponsabilità (ad esempio nella cura, nel mantenimento e nella salvaguardia del bene pubblico loro affidato per elevare la vita sociale) senza dimenticare, tuttavia, che va tutelata anche la comunità che li ospita.
La proposta arriva in un momento delicato per la società multirazziale sarda, sottoposta allo stress dell’immigrazione clandestina ed ai problemi di ordine pubblico, ai quali, prevalentemente, legano le presenze degli “estranei” ai nuclei originari. Le dure decisioni contro i lavavetri prese, in Italia, da alcuni Comuni di ampia tradizione democratica sono forme di esasperazione ma, anche, il segnale di una diffusa insofferenza verso tutto ciò che rischia di sovvertire le regole sociali.
La Sardegna – ha detto l’on. Frau – vuol dare una risposta diversa dalla istituzione di campi nomadi, che spesso precipitano verso il degrado (anche igienico) e vuole favorire il processo di integrazione di comunità in parte interessate, pur senza disperdere la loro identità, a “raffreddare” il nomadismo.
Di qui il problema della stabilità di alcune famiglie, del loro accesso alla casa, di un processo di osmosi con la società ospitante. Nell’isola i Rom sono un migliaio; ciò comporta un onere anche finanziario che i Comuni difficilmente riescono a sostenere. Lo ha ricordato l’on. Sanjust, sottolineando come i 600 mila euro del bilancio del Comune di Cagliari (“una cifra enorme”) siano affatto insufficienti a gestire il problema.
La proposta di legge prevede la possibilità di trasferire agli enti locali altre risorse per venire incontro “alle giuste esigenze dei nomadi”. Diritti sì, ma anche doveri, dunque, e rispetto delle regole generali del Paese, dalla sanità all’istruzione, dal decoro urbano alle attività artigianali, all’insegna di una “collaborazione”, sottolinea Sanjust che deve semplificare il percorso agli amministratori locali. Una legge, che, ha detto Cugusi, consigliere comunale di Cagliari (Prc), vuole essere un segnale di civiltà. La peggior etichetta possibile sarebbe quella di farla passare semplicemente per una legge dei campi nomadi.
10 commenti:
Scusate ma mi sembra assurdo che in Sardegna si pensi ai non sardi in particolare a quelli che non sono abituati a lavorare con motivazioni che non appartengono alla societa' moderna...e cioe' desiderano integrarsi in una societa' consumistica (criticandola spesso!)senza fare sacrifici lavorativi per produrre capitale,consumo ed economia attendendo solo la manna dal cielo da parte di chi invece produce...,e non ci si preoccupi minimamente e concretamente della disoccupazione giovanile, dei diritti civili anche economici dei disabili in sedia a rotelle e della mancanza di barriere architettoniche,dei diritti anche economici bambini ammalati ricchi o o poveri,di quelli che non possono avere un circolo dove giocare,di assenza di asili nido REGIONALI per mamme lavoratrici che non trovano sostegno in questa grave problematica ,di quelli che stanno liocenziando a valanghe,di tutte le persone che vanno a chiedere assistenza in Chiesa o in altre strutture di solidarieta' sociale???Voi non le conoscete???la lista è molto molto lunga supera quanto pensiate.Se possibile ricordatevi anche di loro ...grazie!!!Alessandro
ciao Alessandro, bisogna ricordarsi di tutti e non ci sembra proprio che i Rom e i Sinti siano i primi.
perchè altrimenti le condanne europee non sarebbero arrivate... non credi?
e sui morti della 131 ancora da terminare?e sul numero dei sardi dignitosi che hanno bisono? non ho notato risposta
ciao Alessandro, nelle diversi esempi da te posti nel primo commento
(disoccupazione giovanile, dei diritti civili anche economici dei disabili in sedia a rotelle e della mancanza di barriere architettoniche, dei diritti anche economici bambini ammalati ricchi o poveri, di quelli che non possono avere un circolo dove giocare,di assenza di asili nido REGIONALI per mamme lavoratrici che non trovano sostegno in questa grave problematica, di quelli che stanno licenziando a valanghe, di tutte le persone che vanno a chiedere assistenza in Chiesa o in altre strutture di solidarieta' sociale)
rientrano pienamente anche i Rom e i Sinti che sono anche giovani, disabili, madri, bambini, disoccupati...
...nella loro bellissima cultura che tanto ammiro, come te,se sono nomadi e vuol dire che non accettano una dimora fissa perchè nel momento in cui l'accettano non sono piu' nomadi ma stanziali, quindi uguali a noi SARDI in tutto, e quindi per enorme fortuna di tutti, "prima" con doveri sociali e "poi" con conseguenti diritti,con ricerca di lavoro per dare ai propri figli un futuro sui PROPRI sacrifici e non aspettandosi la manna che neppure a MOLTI di noi sardi anche bisognosi o dignitosi arriva... questo è il parere non solo mio ma anche di tanti sardi del mio circolo,che "forse" nella PROPRIA AMATA TERRA non amano soffrire e vorrebbero trovare certezze che non ci sono...e quando sono emigrati (per sofferenze) il pane lo hanno cercato e trovato attraverso sacrifici e LAVORO sodo in terra straniera. Giorgio
risposta a non so chi al commento di mercoledi' 3 ottobre h8,52:
...rienterranno anche loro per carita', ma ai sardi ed ai loro problemi nessuna legge bipartisan sui loro diritti civili ed altro?siamo soli!ci sentiamo solissimi!
i Rom e i Sinti sono una minoranza etnica linguistica non riconosciuta, al contrario i Sardi sono riconosciuti con la legge 482/1999.
questa legge basta per non sentirsi soli? no, contemporaneamente alla legge sono necessari piani che individuino i bisogni espressi dai Sardi e dai Rom e Sinti, sapendoli supportare in maniera concreta.
è anche da sottolineare che la presenza di Rom e Sinti in Sardegna è proprio irrisoria.
naturalmente ogni cittadino, Rom, Sinto e Sardo, deve metterci del suo per costruire un modo migliore d'essere.
Che vergogna, ancora un a volta siamo davanti all'ennesima azione inutile e controproducentre del nostro governo sardo. Ma possibile che si stanzino finanziamenti e proposte di legge solo a favore di delinquenti e clandestini?? Ma pensiamo anche a chi è in vera difficoltà e fatica a chiudere il mese o dare case popolari per i nostri concittadini. Poi trovo assurdo che un consigliere di destra che comunque dovrebbe sostenere ideologie differenti dalla sinistra pur di trarre un vantaggio personale sia disposto a firmare qualsiasi cosa gli capiti
i Rom e i Sinti sono sia di destra che di sinistra e come tutti i Cittadini Italiani hanno votato dei rappresentanti (ribadiamo: di destra e di sinistra!) che hanno il dovere di farsi carico dei loro problemi come di tutti i problemi che vivono i sardi.
Per carità, non fate che anche in Sardegna si stanzi questa gentaglia.
A parte che è vergognoso stanziare soldi PUBBLICI a favore di gente che non ha nessuna intenzione di integrarsi, quando abbiamo situazioni sociali ben più gravi da risolvere.
Quei soldi sarebbero, per esempio, meglio spesi per ristrutturare le scuole, dove vanno i nostri figli, figli di gente che PAGA LE TASSE!
Io mi sono trasferito a Milano dove la situazione rom è una bomba ad orologeria, i campi nomadi diventano sistematicamente bunker inacessibili anche alle Forze dell'Ordine dove perpetrano ogni tipo di attività illecita (dallo spaccio di droga al traffico di armi). Gli stessi inoltre vengono sistematicamente distrutti dagli occupanti che, abituati a non guadagnarsi il pane, si divertono pure a distruggere i campi, sapendo che tanto glieli ricostruiscono. Se anche in Sardegna si darà il segnale che piovono soldi per i rom questi, come è nella loro natura, ne aprofitteranno e arriveranno a frotte. Non dimentichiamoci che questa è gente che costringe bambini (spesso neanche loro) a vivere nel sudiciume, obbligandoli pure a delinquere sotto miacce e violenze di ogni tipo. Chi non rispetta i bambini e distrugge le loro vite non merita solidarietà di nessun genere. Le parole lavoro, integrazione, solidarietà e riconoscenza non fanno parte del vocabolario dei rom che, tra l'altro, sono pure clandestini quindi, cari politici sardi, anzichè preoccuparvi di dargli soldi fate in modo che vengano identificati ed espulsi.
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