Ancora un attacco, è il secondo in due giorni, a Ponte Mammolo nell'insediamento abitato da una cinquantina di persone, sotto il cavalcavia della Tiburtina, ancora razzismo, intolleranza ed aggressioni, nella nostra città, è uno stillicidio continuo, un susseguirsi triste di roghi, atti di squadrismo, ronde, assalti.
Questi fatti non parlano di disagio e difficile convivenza, ma sono ormai evidenti, chiari ed incontrovertibili atti criminali, azioni violente che hanno il preciso intento di danneggiare, ferire e all'occorrenza uccidere, in spregio a qualsiasi tipo di considerazione civile, giuridica, sociale, politica, persone il cui unico torto è di essere quel che sono, comunità di Rom, Sinti, Camminanti. Nomadi solitamente associati a fenomeni di delinquenza e parassitismo. La realtà storica invece ricorda e testimonia che queste comunità sono state laboriose e l'avvento dell'industria avanzata ha messo in profonda crisi le modalità del loro lavoro tradizionale.
Voglio ricordare che il Parlamento europeo, con 301 voti favorevoli, 161 contrari e 102 astensioni, ha adottato, il 14 giugno 2006, una risoluzione comune che condanna fermamente tutte le aggressioni di stampo razzista, considerando che il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, l'omofobia e l'avversione agli Zingari, sono fenomeni dalle motivazioni irrazionali, a volte legati all'emarginazione, all'esclusione sociale e alla disoccupazione, nonché derivanti dal rifiuto di concepire la diversità presente nelle nostre società come una fonte di ricchezza.
Voglio per questo richiamare l'attenzione del prefetto Mosca per ribadire il nostro no ai quattro «villaggi della solidarietà» che dovrebbero sorgere alle porte di Roma. Quattro nuovi maxi-insediamenti previsti dal Piano firmato lo scorso 18 maggio dal sindaco Veltroni e dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che sarebbero dei nuovi lager.
Le aggressioni e gli atti di squadrismo perbenista contro i Rom sono gesti criminali, l'espressione più evidente dell'imbarbarimento delle forme del vivere civile. Atti di squadrismo che si accompagnano alle sempre più frequenti aggressioni fasciste a Roma.
Queste azioni sono molto di rado evitate, e ancor meno spesso punite in maniera esemplare, come si dovrebbe fare in un paese civile. Ma dato che il nostro non è un paese civile, e il razzismo, il populismo e la xenofobia sono mercanzia elettorale pregiata, le violenze si ripetono con regolarità e frequenza allarmanti.
Chi agita a senso unico la questione della sicurezza come una clava, rifletta, poiché questi episodi sono un campanello di allarme, possibile prodromo di eventi ben più gravi. di Adriana Spera
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