“In Europa, l’Italia è conosciuta come il Paese dei campi rom. Le situazioni di agglomerati di baracche, spesso senza luce, acqua, gas e soprattutto senza controlli non esistono in altre nazioni”. A lanciare l’allarme è il capogruppo di An al Parlamento europeo, Roberta Angelilli. Dati alla mano, Angelilli parla della situazione della capitale, ma allarga il suo discorso a tutto il Belpaese.“Nell’aprile del 2006 il Comitato europeo dei Diritti sociali ha sanzionato l’Italia, per il numero eccessivo di campi nomadi che versano in condizioni igienico-sanitarie assolutamente fatiscenti – spiega - Certo a Roma, la situazione è al limite della vivibilità, ma simili contesti di degrado sono presenti anche altrove”.
Bambini ai margini delle strade a chiedere l’elemosina, lavavetri che, quando va bene vengono fermati, ma poi subito rimandati per strada, “perché di più non si può fare”, dicono molti sindaci, per lo più del centrosinistra.
E in tanti si appellano a nuove leggi. Lo ha fatto anche Veltroni il primo cittadino di Roma, candidato alla guida del Pd. Nei giorni scorsi il sindaco della capitale, dopo l’ennesimo fatto di cronaca nera, che ha visto come protagonisti i rumeni, ha annunciato di aver inviato una lettera al ministro degli Interni, chiedendo di cambiare la normativa sull’espulsione.
La legge attuale prevede che venga espulso solo chi costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale. Il candidato del Pd vorrebbe, invece, che fosse estesa a chiunque commetta violenza su persone e cose. E che sia il prefetto, e non il responsabile del Viminale, a emanare il provvedimento. Insomma, il sindaco di Roma è stufo e chiede nuove leggi. “Ma il problema – spiega Angelilli – è che leggi e leggine ci sono, ma l’Italia non le rispetta”. Nel 2000 è stata emanata una direttiva europea, la numero 43, che “attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica”. Continua a leggere…
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