La tavola rotonda “Violenza diffusa: un interrogativo inquietante”, all’interno del Meeting uomini e Religioni organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Napoli, è stata un’occasione per parlare della sofferenza della deportazione dei Rom e dei Sinti nei campi di concentramento durante il nazismo. E’ intervenuta infatti Ceija Stojka, una donna appartenente alla minoranza dei Rom Lovara che vive in Austria, tra i pochi sopravvissuti durante le deportazioni nei lager nazisti.
“Il 31 agosto 1943 ci hanno portato via; non posso dimenticare questi uomini nazisti guardare al nostro dolore con divertimento” La donna ha parlato del freddo sofferto durante l’appello mattutino delle SS, del dolore delle madri che venivano separate dai propri figli; si potrebbe pensare che si tratta di avvenimenti oramai noti, ma quando Ceija ha raccontato di come è riuscita a salvarsi grazie ad una bugia sull’età che le ha permesso di lavorare nelle miniere in cambio della vita, una segno di speranza ha entusiasmato le persone presenti
“Io sono stata fortunata –ha detto- perché una donna prigioniera con me mi ha salvata dalla sterilizzazione e insieme, io lei e mia madre, ci siamo nascoste in un camion di provviste che entrava ed usciva dal campo di Auschwitz”
“La speranza di sopravvivere mi è stata data da mia madre che alla fine di tutto mi ha regalato un pezzo di filo spinato a forma di croce per non dimenticare le vittime di questa violenza”.
La donna poi si è alzata in piedi e ha mostrato il suo braccio “vedete?– ha detto –non ho voluto cancellare questo numero perché c’è bisogno di ricordare. Che fine hanno fatto le 500mila persone deportate con me che non hanno mai ricevuto né un fiore né delle scuse dai governi? Cosa è successo alle persone rom ritornate dai campi di concentramento?”
“Ad Auschwitz abbiamo perso tutti i nostri diritti e oggi ho paura che Auschwitz si possa risvegliare, noi dobbiamo fare in modo che non si risveglino, insieme dobbiamo lavorare per la pace degli uomini” ha concluso Ceija Stojka tra gli applausi del pubblico che alzandosi in piedi le ha voluto comunicare tutto il proprio affetto.
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